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Cantiere "Le Piscine Carlo Pedersoli" di Selvazzano: il Presidio della Fillea Cgil

Mattinata in presidio quella di ieri, a Selvazzano Dentro (Pd), davanti al cancello del cantiere di Viale della Repubblica - abbandonato e fermo da mesi - su cui, nelle intenzioni dell'Amministrazione Comunale, sarebbe dovuto sorgere il nuovo centro natatorio "Carlo Pedersoli" (l'indimenticabile Bud Spencer). Un'opera, la cui realizzazione sembra, al momento, in alto mare. Prima i gravi ritardi sul programma dei lavori, poi l'abbandono del cantiere da parte della ditta esecutrice e la decisione del comune di Selvazzano di risolvere il contratto d'appalto. Una situazione che ha lasciato 11 lavoratori (il che significa 11 famiglie) senza stipendio da 5 mesi e a cui la Fillea Cgil di Padova ha deciso di dire basta denunciando pubblicamente l'atteggiamento cinicamente disinteressato di tutti gli attori coinvolti: stazione appaltante (ossia, Comune di Selvazzano), vincitore dell'appalto (Consorzio Build Scarl di Roma) e la ditta assegnataria dell'esecuzione dei lavori (la Elettric Sistem di Cava dei Tirreni).

Dice Francesco Campa della Fillea Cgil di Padova: "Questo cantiere abbandonato è la foto di come funziona il sistema degli appalti pubblici in Italia, dove a pagare sono sempre i più deboli. Undici famiglie lasciate senza stipendio e il Comune che se ne lava le mani e afferma che avanza dall'appaltatore 900 mila di euro. Quando di mezzo c'è l'ente pubblico ci sono responsabilità morali e sociali, questo è un insulto nei confronti delle vittime di questa vicenda che hanno diritto di essere trattate con dignità. Chiediamo al Comune, in qualità di committente, di farsi carico del pagamento degli stipendi. Chiedere indietro all'appaltatore 8/900mila euro di anticipi pagati in più sullo stato di avanzamento dei lavori, senza tenere conto della situazione in cui si trovano i dipendenti è uno schiaffo in faccia alle loro famiglie che stanno vivendo un momento di forte difficoltà"

"Una situazione - prosegue il sindacalista della Fillea Cgil - che presenta delle evidenti anomalie, a partire dal diverso regime normativo che regola il sistema degli appalti a seconda se il committente sia un ente pubblico o un privato. Quel che ci preme sottolineare è che il Comune, indipendentemente da un articolo di legge, dovrebbe rispondere in solido in nome di una responsabilità sociale e morale".

"Ecco perché crediamo- conclude Francesco Campa - che sia moralmente e socialmente inaccettabile che un Comune si comporti in questo modo nei confronti di chi ha speso tempo e sudore per un'opera pubblica a beneficio dei suoi cittadini. Lascia senza parole questo atteggiamento, soprattutto quando sappiamo che questo tipo di situazioni tendono a verificarsi maggiormente quando si è nell'ambito degli appalti pubblici, vale a dire quando la funzione di stazione appaltante è svolta da un Ente pubblico. E questo è qualcosa di inaccettabile perché il fatto che sia coinvolto un soggetto pubblico dovrebbe essere una maggiore garanzia e non il contrario. Resta il nostro messaggio: gli attori coinvolti non scappino dalle responsabilità e si facciano carico, in modo solidale, del riconoscimento di quanto dovuto ai lavoratori. Noi non li abbandoneremo e lotteremo fino a che non verrà riconosciuta la loro dignità di lavoratori con il pagamento di quanto maturato con il loro sudore.”

In allegato l'articolo de il Mattino di Padova sul Presidio

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