Il reddito di libertà per le donne vittime di violenza seguite dai centri antiviolenza è un contributo economico, che può arrivare a 400 € mensili, concesso per massimo 12 mesi, per sostenere le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione di quella personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli minorenni delle vittime.

L’obiettivo di questa misura è favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle vittime di violenza in condizione di povertà e di contenere i gravi effetti economici dovuti all’emergenza sanitaria legata al Covid.
Questo sussidio è ben poca cosa rispetto ai tantissimi problemi cui vanno incontro le vittime della violenza domestica e non, quando coraggiosamente decidono di uscire dall’incubo dei soprusi, accettando di essere seguite dai centri antiviolenza, pur di riprendersi la propria autonomia.
Siamo ben distanti dall’obiettivo di ridare dignità a chi se l’è vista calpestata: le risorse stanziate (3 milioni di euro nel 2020 e ‘21 e 9 milioni nel ‘22) sono scarse se rapportate ai numeri di un fenomeno che dal lockdown in poi ha visto un drastico aumento nelle chiamate al numero antiviolenza e nelle donne che hanno deciso di rivolgersi ad un centro antiviolenza.
É compito anche delle nostre amministrazioni prendere posizione rispetto a questo fenomeno ed intervenire attivamente, anche decidendo di aumentare le risorse già stanziate per questo decreto, dato che le richieste del Reddito di libertà rientrano nelle competenze dei Comuni.

Al di là delle criticità, resta il fatto che il Reddito di libertà, segna un cambio di passo culturale, soprattutto in ragione del fatto che non è alternativo ma va a sommarsi alle altre misure assistenziali, come il Reddito di emergenza, il Reddito di cittadinanza e tutte le altre prestazioni di sostegno.
É però necessario che divenga uno strumento reale ed effettivo che dia risposta a tutte le richieste.
Non è tollerabile che una donna che richiede aiuto per uscire da una situazione di violenza si senta rispondere che sono finiti i fondi! Chiediamo al Governo di rendere strutturale questo strumento e di garantire il finanziamento necessario perché nessuna domanda venga respinta.

Abbiamo fatto troppo poco in questo Paese per proteggere le donne dalla violenza maschile.
É tempo di garantire loro un reale ed adeguato percorso di libertà!

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