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TPL, sindacati sul piede di guerra: dopo lo sciopero di 4 ore del 18 luglio, annunciate altre 8 ore di sciopero per il 9 settembre
Filt Cgil Padova: “Posizioni inconciliabili, la mobilitazione prosegue e si intensifica. Le associazioni datoriali totalmente disinteressate sia alle istanze economiche di lavoratrici e lavoratori ma anche alle problematiche del settore che ne mettono a forte rischio il futuro”
“Il 9 settembre faremo un altro sciopero, stavolta di 8 ore perché a quanto pare quello di 4 ore del 18 luglio non è stato sufficiente. E se non basterà ne faremo un altro. E poi un altro ancora… I dipendenti di Busitalia sono arrabbiatissimi e determinati a far valere le proprie ragioni. E ne hanno da vendere!”
Si preannuncia una fine estate molto calda, quella sul fronte del Trasporto Pubblico Locale (TPL) secondo le parole del Segretario Provinciale della Filt Cgil Padova, Andrea Rizzo che annuncia la prosecuzione delle mobilitazioni dei dipendenti del settore per il rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori scaduto il 31 dicembre del 2023 le cui trattative sono in forte stallo dopo la rottura del tavolo di trattative registrato lo scorso 30 maggio a causa – a detta di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e UGL Autoferro – “dell’atteggiamento, in alcuni casi attendista ed in altri dilatorio e non costruttivo, assunto dalle Associazioni Datoriali Asstra, Anav e Agens (a questa fa parte Busitalia, ndr), che non ha permesso la prosecuzione di un confronto”.
“La verità – attacca Andrea Rizzo – è che le associazioni datoriali non solo fanno muro davanti alle nostre richieste di un miglioramento retributivo dei dipendenti manifestando un totale disinteresse verso le loro sempre più difficile condizioni lavorative (e questo lo sapevamo e non ci sorprende) ma hanno anche una posizione del tutto miope e menefreghista davanti alle tematiche inerenti alla stessa sopravvivenza e agli interessi complessivi del settore”.
“Perché lo sanno anche loro – prosegue il sindacalista della Filt Cgil Padova – che quello dell’autista è un mestiere che non vuole più fare nessuno, che lo stipendio non permette ad una lavoratrice o un lavoratore di mantenere dignitosamente la propria famiglia, soprattutto se non ha alle spalle tanti anni di servizio dentro l’azienda. Il deterioramento delle condizioni lavorative e retributive, la conseguente e strutturale carenza degli organici, l’aumento esponenziale di aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli operatori da parte di passeggeri esasperati dalla scarsa qualità del servizio, sono tutte cose davanti agli occhi di tutti. Il settore sta andando in malora e neanche troppo lentamente. Eppure, nonostante tutto questo, non solo si arroccano di più nelle loro posizioni ma addirittura provocano proponendo l’aumento dei carichi di lavoro, esasperando la già enorme flessibilità che già rende difficile la conciliazione tra vita e lavoro dei dipendenti, spesso costretti a perdere intere giornate per una mal distribuzione dei turni lavorativi nel corso delle stesse o per coprire l’assenza di colleghi. Il famoso problema dei cosiddetti ‘nastri di lavoro’ troppo lunghi, cioè quando per 6-7 ore di lavoro si è costretti a perderne il doppio. Significa uscire la mattina presto e tornare a casa la sera tardi, per un effettivo tempo di lavoro che verrà pagato, se va bene, per metà delle ore trascorse fuori casa. Un altro punto della vertenza che va assolutamente affrontato”.
“E quindi – conclude Andrea Rizzo – il 9 settembre scioperiamo. E sarà solo l’inizio. E lo faremo non solo per protestare nei confronti delle associazioni datoriali ma anche per chiedere alle Istituzioni, in primis Governo e Regione, di aumentare le risorse al Fondo Trasporti e sviluppare una riforma che il settore attende da anni con l’obiettivo di determinare sostenibilità, stabilità, buone condizioni lavorative per i dipendenti e un servizio pubblico in linea con la domanda di trasporto e i reali bisogni della cittadinanza. L’alternativa è semplicemente la fine del Trasporto Pubblico Locale”.
Organizza i lavoratori addetti ai servizi, alle attività dirette o ausiliarie, di trasporto terrestre, marittimo, aereo.
La Federazione Italiana Lavoratori Trasport, FILT CGIL, è il sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori che operano nel campo dei trasporti e della viabilità, ed è il risultato di un processo di unificazione di sei sindacati di categoria che avevano le seguenti denominazioni: FIAI (Federazione Italiana Autoferrotranvieri e Internavigatori); FIFTA (Federazione Italiana Facchini Trasportatori ed Ausiliari); FILM (Federazione Italiana Lavoratori del Mare); FILP (Federazione Italiana Lavoratori dei Porti); FIPAC (Federazione Italiana Personale Aviazione Civile); SFI (Sindacato Ferrovieri Italiani).
La FILT CGIL organizza tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori iscritti alla CGIL che prestano la loro attività nei settori del trasporto aereo, marittimo e terrestre (su ferro e su gomma) e nel settore dei servizi ausiliari e complementari alle attività di trasporto.
La Filt ha lo scopo di: assicurare l'unità politica, programmatica e di azione delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti e della viabilità; garantire omogeneità ed organicità alle linee di politica dei trasporti in stretta interdipendenza con la strategia generale del movimento sindacale, dando preminenza al trasporto collettivo rispetto a quello individuale e ai modi meno gravosi per l'impatto ambientale, più sicuri, più economici, funzionali ed integrabili ai fini dello sviluppo economico e del riequilibrio settoriale e territoriale del Paese; concorrere alla tutela degli interessi economici, professionali e sociali delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti e della viabilità; contribuire ad aumentare la capacità contrattuale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore; sviluppare il proselitismo e la sindacalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti e della viabilità, ponendo tutta l'organizzazione, le sue risorse e i suoi mezzi al servizio della partecipazione consapevole delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita e alle scelte del sindacato; acquisire e gestire il diritto di informazione, di intervento e di controllo sulla attività delle imprese, sui programmi di investimento, di riconversione produttiva e di dislocazione territoriale, sui processi produttivi e sull'organizzazione del lavoro; sostenere una politica dei trasporti e della viabilità finalizzata alla integrazione e alla unità europea, allo sviluppo dei Paesi emergenti e delle aree depresse, e affermare avanzati diritti comuni delle lavoratrici e dei lavoratori europei.
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