Approfondimento oggi, sul Mattino di Padova, della difficile situazione economica in cui si trova un padovano su quattro (circa il 38%, cioè 246.702 contribuenti in Provincia), ossia chi è costretto a vivere con un reddito lordo al di sotto dei 15 mila euro annui, vale a dire con circa mille euro al mese. Una brutta condizione soprattutto se rapportata con il notevole aumento del costo della vita (visibile non solo sulle bollette di gas ed elettricità ma anche sull’aumento del prezzo dei beni di largo consumo) registrato negli ultimi mesi e che con l'arrivo dell'autunno rischia di diventare ancora più insostenibile. Una situazione in cui – come rileva l’autore dell’articolo, Claudio Malfitano – si trova l’intero Paese, in particolare da quando si sono aggravate le tensioni tra Russia e Ucraina con il successivo scoppio del conflitto e che nella Provincia di Padova risulta particolarmente grave nella Bassa, dove si collocano i comuni in cui si registrano le dichiarazioni dei redditi più povere.
Intervistato sul tema, il segretario confederale della Cgil di Padova, Marco Galtarossa, dice: “Già oggi la situazione è abbastanza critica. Serve intervenire subito per non rischiare tensioni sociali in autunno. Non bonus ma interventi strutturali”. E prosegue: “Il rischio, se le imprese sono in difficoltà o se ci sarà un blocco della produzione, è quello che scatti la cassintegrazione. E questo fa ricadere ancora una volta sui lavoratori anche il peso del costo energetico. Ovviamente tutto questo può sfociare in tensioni sociali”.
“E i problemi vanno risolti ora – avverte Marco Galtarossa – non tra un mese, ossia dopo le elezioni . Voglio ricordare che si voterà il 25 settembre ma prima che si insedi il nuovo Governo passeranno dei mesi, si arriverà almeno a novembre. Troppo tardi. L'intervento invece deve essere immediato”.
“Come sindacato – ragiona Galtarossa – già a giugno avevamo detto che gli interventi spot, come i vari bonus inseriti nei due decreti Aiuti, non erano sufficienti. Avere una tantum 200 euro è insufficiente per affrontare questa situazione e deve essere chiaro a tutti che un aumento così pesante di inflazione e costo dell'energia non avrà effetti di breve durata”.
“Per la Cgil – conclude il segretario organizzativo della Camera del Lavoro di Padova – servono interventi strutturali su salari e pensioni. Per essere ancora più chiari: noi proponiamo aumenti di 200 euro netti intervenendo sui rinnovi dei contratti collettivi, trovando le risorse dal cuneo fiscale e dalla decontribuzione dei salari. Accanto a questo, va rilevato che anche la rivalutazione del 2% delle pensioni avrà effetti limitati perché si concretizzerà in 150-160 euro in più da ottobre a dicembre. Ma il vero tema, la vera questione sociale che abbiamo di fronte si chiama povertà diffusa. Si tratta di un'emergenza che esiste da tempo, non è un effetto dell'inflazione. E per risolverlo va eliminato il precariato e il lavoro povero, che coinvolge soprattutto le donne e i giovani”.