Cgil Cisl e Uil: “La protesta delle donne iraniane è la stessa legittima protesta di chi reagisce alle prevaricazioni sul corpo delle donne e si tratta purtroppo di un problema universale. Ecco perché raccoglie la solidarietà di tutto il mondo”
Domani, mercoledì 26 ottobre, dalle 17.00 alle 18.00, Cgil Cisl e Uil saranno davanti alla Prefettura di Padova, in Piazza Antenore, per un sit-in a sostegno della lotta che le donne iraniane, da più di un mese, stanno conducendo nel loro Paese e scatenata dalla morte della giovane donna di origini curde, Mahsa Amini, avvenuta lo scorso 21 settembre in seguito alle violenze subite dopo essere stata arrestata con l’accusa di non aver indossato correttamente il velo.
È un evento regionale, organizzato a Padova dalle Cgil Cisl e Uil del territorio, che vedrà Flash Mob, Sit-in e Presidi contemporanei davanti a tutte e 7 le Prefetture del Veneto e che sta raccogliendo le adesioni da parte di numerose associazioni per i diritti umani, come il Centro di Ateneo per i diritti umani Antonio Papisca, Libera, l’Anpi, Centro Veneto Progetti donna, UDU e Rete degli Studenti Medi e tanti altri.
“Con questa iniziativa – dicono le segreterie provinciali di CGIL CISL e UIL – anche Padova, come sta avvenendo in molte città in tutto il mondo, avrà l’occasione di manifestare la propria solidarietà alla lotta per la libertà che le donne iraniane stanno portando avanti con immenso coraggio nel loro Paese. Una protesta che, diversamente da quanto successo altre volte, sta raccogliendo un’ondata di solidarietà ad ogni latitudine e longitudine del pianeta. Perché, ricordiamo, non è la prima volta che le donne iraniane protestano contro l’obbligo del velo: già nel 1979, all’indomani della Rivoluzione islamica, erano scese in piazza. Ma questa volta, non sono sole: hanno l’appoggio, non soltanto dei loro uomini, ma anche di tantissime donne e uomini di tutto il pianeta”.
Secondo i sindacati confederali, “il motivo di tanta solidarietà è, come ha scritto Nava Ebrahimi su La Repubblica, che le donne iraniane stanno protestando per un motivo universale che riguarda tutte e tutti, non solamente chi vive in Iran. Quel che ci stanno dicendo è che quando la politica espressa da un governo, sia questo democraticamente eletto o un regime autocratico, manifesta il proprio potere estendendolo sul corpo delle donne, in qualsiasi forma questo avvenga, siamo di fronte ad un problema. Un grave problema, perché questo ci rivela che quella politica, quel governo, è malato. E si tratta di un problema universale che viene percepito in tutto il mondo. Ecco perché le donne iraniane stanno raccogliendo un’ondata di solidarietà mai ricevuta durante le precedenti proteste”.