Analisi su il Mattino di Padova di oggi sui dati di gennaio pubblicati dalla Regione Veneto – ne “La Bussola” di Veneto Lavoro – relativi al mercato del lavoro nella nostra Regione dove il saldo tra assunzioni e cessazioni è pari a 29.500 posti di lavoro dipendente in più, un valore inferiore a quello del 2021, ma superiore a quello del 2019 (26.900). Nel padovano il saldo segna un più 7000 posizioni nuove nel 2022.
I Dati
Nel 2022 nella Provincia di Padova le assunzioni sono state 103. 260, di cui 78. 430 italiani e 24. 830 stranieri. E i contratti sono divisi tra 22.355 a tempo indeterminato, 58.855 apprendistato, 6.210 somministrato, 15.835 intermittente (i rimanenti non definiti). Inoltre 85. 855 sono stati nel privato (in testa i servizi, poi industria e infine agricoltura) e 17. 405 nel pubblico (soprattutto scuola).
Per quanto riguarda le cessazioni lavorative registrate nel padovano, sempre nel 2022, queste sono state 96. 170, di cui 1. 635 licenziamenti disciplinari, 3.595 licenziamenti economici individuali, 200 licenziamenti collettivi, 4. 200 altre cessazioni con diritto, 50. 970 fine termine, 2. 845 altro, 5 non determinati e 32.720 le dimissioni. Di questi ultimi, se poi andiamo a vedere la cittadinanza, 25.995 sono italiani e 6. 725 stranieri. E degli italiani sono 16. 225 quelli che avevano un contratto a tempo indeterminato.
Il Commento della Cgil di Padova
Secondo Dario Verdicchio, Segretario Confederale della Cgil di Padova, “Il fenomeno delle dimissioni volontarie si è intensificato proprio con il Covid quando i lavoratori che potevano hanno messo in discussione la qualità della vita. Infatti l'anno più significativo è stato il 2021 (con circa 38 mila dimissioni volontarie, mentre nel 2020 erano state 27 mila). Tuttavia a leggere con attenzione i dati non deve sfuggire che le assunzioni hanno avuto un picco ad inizio 2022 per effetto del rimbalzo post-pandemia, ma già nella seconda metà dell'anno si è registrata una flessione importante. Inoltre non dimentichiamo che questo movimento fluido riguarda pochissime categorie, mentre i precari sono sempre più stretti nella morsa della dipendenza. Infine non lasciamoci ingannare dal +48% di assunzioni nella scuola perché sono il frutto del concorsone, e non sono nemmeno abbastanza".