Sono state 108,4 milioni le persone, secondo i dati dell’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), che nel 2022 sono state costrette a lasciare la propria casa. Circa 19,1 milioni di persone in più rispetto al 2021. Uomini, donne e bambini che per fuggire da guerre, conflitti civili, violenze, persecuzioni od eventi estremi causati dal cambiamento climatico hanno affrontato viaggi interminabili e densi di insidie che non di rado sono finiti in sciagura, come avvenuto pochi giorni fa al largo delle coste della Grecia, in quella che potrebbe rivelarsi la più grande tragedia del Mediterraneo.
Proprio per richiamare l’attenzione sulle difficoltà di centinaia di milioni di persone, dal 20 giugno del 2001 – data che cade esattamente a 50 anni dall’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU – le Nazioni Unite hanno istituito la giornata mondiale del rifugiato.
“Purtroppo – interviene Palma Sergio, funzionaria a supporto della Segreteria Confederale della Cgil di Padova con la delega a Immigrazione, Coesione Sociale e Pace – da quando, ormai 22 anni fa, c’è stata la prima edizione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il diritto all’accoglienza è più sulla carta che effettivo. E questo è avvenuto perché tutti i provvedimenti presi dai nostri Governi e dall’Europa a cui abbiamo assistito in questi anni, si sono incentrati sempre sull’aspetto securitario piuttosto che su quello umanitario e della successiva inclusione”.
“Il problema principale – prosegue Palma Sergio – è che tutta la politica sull’immigrazione ruota ancora intorno all’emergenza e si concentra solo sul momento dell’arrivo dei migranti ma è assolutamente deficitaria nel momento successivo, ossia quando escono dai centri di accoglienza mancando completamente un piano organico di inclusione e accoglienza diretto ad integrarli nel nostro Paese. Quel che succede è che di fatto vengono abbandonati a sé stessi”.
“Come Cgil di Padova – conclude la sindacalista – sono stati tanti i casi di immigrati che sono giunti da noi con richieste di aiuto a cui abbiamo fornito assistenza. In questo senso, possiamo dire di essere dei testimoni sul territorio di quella che, a tutti gli effetti, è un’accoglienza solo sulla carta. E stiamo parlando di un territorio dove c’è un Comune che su questo tema non è insensibile e cerca di adottare politiche dirette all’inclusione. Ma il quadro generale resta desolante e sull’accoglienza mi sento di dire che siamo ancora all’anno zero”.
Il video di Unicef Italia realizzato in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2023