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Il Governo Meloni cancella il Reddito di cittadinanza. 1600 i padovani coinvolti. Aldo Marturano, Cgil Padova: “Era uno strumento essenziale per le famiglie in difficoltà”

Pagina del Mattino di Padova dedicata alla fine del Reddito di Cittadinanza con intervista al Segretario Generale della Cgil di Padova sulla misura che coinvolgerà circa 1.600 padovani che dal prossimo 1 agosto perderanno quella che per circa 5 anni è stata la misura “bandiera” del Movimento 5 stelle, approvato nel 2019 dal governo Conte e destinata a famiglie con minori, persone con disabilità e persone di età superiore ai 60 anni. Quelli che non rientrano in queste categorie – e sono circa il 40% dei 4 mila percettori padovani – vedranno la fine dell'assegno statale a partire dal mese di luglio. Niente più reddito assicurato dunque, con alcune eccezioni e con il rischio di nuove povertà.

“Immaginatevi di andare al supermercato e dover decidere se prendere il pane o il latte. Perché il vostro reddito da lavoratori, seppur integrato dal reddito di cittadinanza, non vi permette di uscire dalla soglia di povertà. Ora immaginate la situazione se, come ormai sta per accadere, quel sostegno economico venisse meno”. E' così che commenta la misura del Governo Meloni, il Segretario della Camera del Lavoro di Padova, Aldo Marturano.

“Si tratta sicuramente di una misura che aveva dei limiti, soprattutto nelle misure di inserimento nel mondo del lavoro – spiega Marturano – ma si tratta comunque di uno strumento di sostegno essenziale per moltissime famiglie”.

Attualmente il numero di famiglie italiane che ricevono il sussidio statale sono circa 900 mila, e sono 400mila quelle che, dopo la decisione del Governo Meloni, lo perderanno nei prossimi giorni. I dati del portale Veneto Lavoro avevano rilevato che nel 2022 i nuclei che avevano beneficiato dell’assegno in Veneto erano intorno ai 35 mila.

“A ricevere l’assegno non erano solo disoccupati, ma anche famiglie di lavoratori che per vari motivi non riuscivano a superare la soglia di povertà – aggiunge il Segretario della Camera del Lavoro di Padova – anche se nel frattempo il Ministero del Lavoro ha lanciato un sussidio sostitutivo, la Misura di integrazione attiva, che dovrebbe diventare realtà già a settembre. Ma è una misura che non ci convince perché riduce la platea di possibili richiedenti e che inevitabilmente provocherà ingiustizie”.

Il timore è che l’abolizione del sussidio del Governo Conte possa estendere la fascia di povertà, trascinando una più grande fetta di popolazione in condizioni di disagio: “Basti pensare – conclude Aldo Marturano – che su 400 mila lavoratori in tutta la provincia di Padova, 104 mila hanno un reddito inferiore ai 20 mila euro e di questi almeno 60 mila hanno un reddito inferiore ai 10 mila euro”.

 

Il video informativo realizzato dall'Inca Cgil Piemonte sul messaggio dell' l’Inps n. 2632/2023 in cui anticipa alcuni effetti del passaggio di consegne tra il RdC e l’Adi, l’assegno di inclusione, la nuova misura di contrasto alla povertà introdotta dal dl n. 48/2023 (cd. «decreto lavoro»).

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