Continuano le mobilitazioni sul territorio della Cgil in vista della grande manifestazione del 7 ottobre “La Via Maestra” a Roma. Ieri, occhi puntati sulla situazione nelle strutture sanitarie del nostro territorio con il presidio davanti a Palazzo Santo Stefano – sede della Prefettura di Padova – delle delegate e delegati di Azienda Ospedaliera – Università di Padova, Ulss 6 Euganea e IOV. Presidio che ha preceduto l’incontro tra una delegazione del sindacato di via Longhin e il Prefetto Francesco Messina, al termine del quale il Prefetto ha detto che porterà in Regione, al Presidente Zaia e all’Assessora alla Sanità, Manuela Lanzarin, le istanze della Cgil.
Al centro dei colloqui e motivo della mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori della sanità padovana la cronica carenza di personale che si avverte a tutti i livelli e in tutti i reparti delle strutture sanitarie del territorio, aggravata dal blocco delle assunzioni e del turn over per tutto il 2023 dovuto a scelte che trovano sede in Regione Veneto.
“Complessivamente – dice Aldo Marturano, Segretario Generale della Cgil Padova – nelle strutture sanitarie pubbliche del Padovano i lavoratori sono diminuiti di quasi il 7% dal 2017, laddove la media nazionale è del –3%. Non fosse sufficiente, si aggiunge anche che le assunzioni per il 2023 sono state bloccate, e in molti casi anche la copertura del turnover, a causa del raggiungimento del tetto di spesa: se ne riparlerà a partire dal primo gennaio”.
“Ma per allora sarà troppo tardi – interviene Alessandra Stivali, Segretaria Generale della FP Cgil Padova – e di questo siamo preoccupatissimi. In Azienda Ospedale Università hanno differito le assunzioni al primo gennaio, un modo per dire che per quest'anno non assumeranno più. Lo stesso vale per lo Iov che ha avanzato ‘problemi tecnici’ per gli oss, fondamentali per l'assistenza, mentre per l'Usl 6 è la Crite che non autorizza ulteriori assunzioni. Ma mi domando: come abbatti le liste d'attesa se non assumi e i lavoratori che restano sono stanchi e pensano di andarsene? Naturalmente dalla direzione dell'Azienda di via Giustiniani rispondono che hanno assunto personale durante il Covid ma il problema è che non sappiamo dove sia finito quel personale, come sia stato ridistribuito e se vogliamo proprio dirla tutta, la nostra impressione è che quell'incremento sia dato dall'acquisizione del Sant'Antonio proprio nel gennaio 2020. Tuttavia, non si dice che dei 230 infermieri arrivati la metà, nel frattempo, se n’è andata via. Queste condizioni di disagio sono confermate dall'indagine sul benessere organizzativo che ha rilevato come il 40% dei lavoratori sia insoddisfatto a causa proprio della carenza di organico al punto che molti pensano di andare nel privato o all'estero”.
“La migrazione verso il privato è una delle prime conseguenze tangibili – conclude Aldo Marturano – mentre altri decidono di andare all’estero o addirittura di cambiare lavoro. Come Cgil, se le nostre richieste non verranno accolte andremo allo sciopero perché non è più possibile andare avanti così: mancano una logopedista in distretto a Padova e gli assistenti sociali per la disabilità. Ci sono 15 tecnici di laboratori e gli altri vogliono licenziarsi. È possibile andare avanti in questo modo? Quando infermieri e oss del Pronto soccorso di Schiavonia riusciranno a smaltire ore straordinarie e ferie residue? Qualcuno si è posto questa domanda? La semplice verità è che bisogna assumere personale e bisogna pagarlo di più. Le risorse ci sono, pensiamo ai 100 miliardi di evasione fiscale che potrebbero essere investiti in sanità, istruzione, spesa sociale e sicurezza, aumentando il personale ispettivo. L'evasione delle grandi aziende pesa per il 15% e va perseguita mentre purtroppo l’ulteriore riduzione dell’1,1% sul Pil annunciata da Roma non consentirà di rinnovare i contratti, se non con una tantum. Di fatto, il sistema a difesa della Salute Pubblica si sta privatizzando e questo è inaccettabile”.
Il servizio di Telenordest sul presidio davanti alla Prefettura di Padova con gli interventi di Alessandra Stivali, Segr. Gen FP Cgil Padova e di due lavoratrici della sanità padovana