Dopo la grande mobilitazione regionale di una settimana fa, altra giornata di scioperi presidi e manifestazioni in tutte le regioni del Nord Italia, ieri venerdì 24 novembre. Ad essere coinvolti le lavoratrici e i lavoratori dei settori privati del manifatturiero, del commercio e dei servizi esentati il 17 novembre. A Padova, fin dalle prime luci dell’alba, presidi in vari punti della provincia con l’obiettivo di convincere le lavoratrici e i lavoratori a non entrare in azienda e venire invece alla manifestazione nel capoluogo. Obiettivo raggiunto pressoché ovunque, in alcune zone senza neanche il bisogno di dover fermare i dipendenti all’entrata dal momento che questi non si sono proprio presentati al lavoro e le aziende, di fatto, non hanno aperto. In generale, punte altissime di adesione: nel commercio si è superato il 50%, nell'agroindustriale il 60%, nella metalmeccanica e nel manifatturiero si è astenuto dal lavoro tra il 70 e l'80% degli addetti. In alcune aziende, in particolare quelle della metalmeccanica, si sono registrate adesioni fra gli operai del 90% come alla VDC di Camposampiero (ex fonderia Anselmi) o alla Carraro Drive Tech di Campodarsego. Uno sciopero che ha coinvolto anche i giovani moltissimi dei quali hanno raggiunto successivamente Piazza Garibaldi, luogo di partenza e di arrivo del corteo che in mattinata ha attraversato il centro storico della città.
Un corteo partecipatissimo
Chi dice tremila, chi si spinge a oltre cinquemila. Poco importa, l’obiettivo di un’alta partecipazione è stato abbondantemente raggiunto. Un corteo con migliaia di lavoratrici e lavoratori dei settori privati, a cui si sono aggiunti – oltre ad un altissimo numero di pensionate e pensionati – anche lavoratori del pubblico che non hanno voluto far mancare la propria solidarietà. Una manifestazione rumorosissima, nata e organizzata nel segno della mobilitazione nazionale promossa da Cgil e Uil con l’obiettivo di ottenere un aumento dei salari, l’estensione dei diritti a tutte le lavoratrici e lavoratori, contrastare una legge di bilancio che nulla fa per arginare il generale impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati senza dare nessuna prospettiva ai giovani. Una protesta che però non ha potuto ignorare quanto successo in queste settimane con il femminicidio di Giulia Cecchettin e la conseguente forte, spontanea e diffusissima reazione dell’opinione pubblica del Paese. Ai tanti temi della manifestazione si è dunque aggiunto anche quello della violenza di genere e del patriarcato a cui inevitabilmente e giustamente molto spazio è stato dedicato negli interventi dal palco, sia dei Segretari di Cgil Padova e Uil Padova, Aldo Marturano e Massimo Zanetti, che delle delegate e delegati delle varie categorie che hanno preso la parola dal palco al termine della manifestazione. E non è sfuggito, perché non casuale, che a portare lo striscione della Cgil di Padova fossero solo donne.
L’intervento del Segretario Marturano
“A una settimana dalla grande manifestazione regionale del 17 novembre, siamo a migliaia di nuovo in Piazza e anche stavolta Ministro Salvini non ci ha visto arrivare! Glielo spieghiamo noi: questo è uno sciopero generale e nazionale che riguarda il Nord Italia. E qui a Padova, come in tutte le provincie, siamo in migliaia!” è così che ha iniziato il proprio discorso il Segretario Generale della Cgil di Padova, Aldo Marturano, per poi aprire, come detto, un’ampia riflessione sul femminicidio di Giulia Cecchettin, sulla cultura del patriarcato ancora dominante, sulle responsabilità degli uomini che vi si adagiano e ricordando, infine, tutte le iniziative in campo per il giorno dopo, il 25 novembre, giornata internazionale dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne.
A favore delle donne
“Quando parliamo di disagio sociale che cresce – ha proseguito poi Marturano – di povertà, precariato, instabilità, di incapacità di guardare al futuro con speranza, parliamo soprattutto di donne! Sono le più svantaggiate. Basti pensare che la differenza salariale tra uomini e donne e di 8000 euro, il 30%. Quando parliamo di disoccupazione ricordiamoci che lavora una donna su due. Quando parliamo di poveri assoluti la maggioranza di loro è donne. Un dato sottostimato perché quando si parla di lavoro povero non si va a vedere il reddito della lavoratrice o del lavoratore, ma quello del nucleo familiare. E così (siccome tra i coniugi chi guadagna meno è spesso la donna) la lavoratrice povera, non viene considerata tale ma una “seconda percettrice di reddito” ed esce dalle statistiche. E questo è scandaloso. Ecco l’esempio di un criterio figlio di quella cultura patriarcale che condanniamo”.
La bocciatura del Governo
Un intervento quello di Marturano che ha elencato tutte le risposte che mancano all’interno della legge finanziaria, criticando la scelta del Governo di andare a cercare le risorse non tassando gli extraprofitti e facendo una seria lotta all’evasione fiscale che in questo Paese supera i 100 miliardi, bensì facendo cassa sui soliti – lavoro dipendente e pensioni – e facendo leva su una propaganda che contraddice sistematicamente con le parole quel che è invece nei fatti. “Basti solo pensare a come ci hanno venduto la favola della riduzione del cuneo contributivo, che si ostinano a chiamare cuneo fiscale facendo credere che questo andrà a incidere sul fisco generale e non sulle nostre future pensioni. Una riduzione che poi porterà dei vantaggi solo a chi ha dei redditi molto alti mentre quasi nulla a chi è sotto i 35 mila euro e nulla a chi è sotto i 20 mila”.
Una bocciatura del Governo durissima e senza sconti. “Trovo inquietante un Governo che si vanta di essere stato promosso da un’agenzia di rating che valuta la tenuta finanziaria del Paese. È sulla tenuta sociale del Paese che noi vi bocciamo! E questa bocciatura viene dalle piazze! Adesso Basta! Non ci fermeremo, continueremo a mobilitarci nei territori finché non avremo risposte. Viva la Uil e viva la Cgil!”.
Il Servizio di Telenordest sulla manifestazione a Padova di venerdì 24 novembre
© All rights reserved. Powered by Cybcom.