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Tagli agli Enti Locali: la forte contrarietà di Cgil Cisl e Uil

Marturano, Scavazzin e Zanetti: “Da un lato si predica l’Autonomia, dall’altro si tagliano le risorse per realizzarla”

Anche le Segreterie Provinciali di Cgil Cisl e Uil si uniscono al coro di proteste e decise prese di posizioni nel segno della contrarietà (dall’Anci fino a numerosi amministratori locali) seguite alla pubblicazione nei giorni scorsi, da parte del Ministero dell’Interno, del Decreto che contiene la ripartizione del taglio alle spese di Comuni e Province previsto dalla Legge di Bilancio 2024. A livello nazionale si tratta di una sforbiciata di ben 400 milioni per anno (300 per i Comuni e 100 per le Province) per il biennio 2024/2025 e di altri 250 milioni (200 per i Comuni, 50 per le Province) per il triennio successivo 2026-2027-2028. “A Padova – dicono i sindacati – tutto questo si tradurrà con un taglio complessivo di 5,6 milioni di euro, una cifra decisamente considerevole che provocherà inevitabili danni al funzionamento della macchina comunale con prevedibili riduzioni del personale e conseguente peggioramento dei servizi. Una penalizzazione che riguarderà quindi sia il personale dipendente che cittadini”.

A dirlo, in una nota, i Segretari Generali delle Segreterie Provinciali di Cgil Cisl e Uil, rispettivamente Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti, che esprimono “la propria netta contrarietà, nel metodo e nel merito, a questi tagli che di fatto spostano sui Comuni, quindi agli Enti più prossimi al cittadino e che per primi dovrebbero garantire diritti e risposte alle proprie comunità, il peso delle politiche di austerity che sono l’esatto contrario di quel che serve se si ci si pone l’obiettivo di evitare il declino economico del nostro Paese e mettere a rischio la sua tenuta sociale”.

Pure sui criteri scelti per ripartire il taglio i sindacati sono molto critici: “Il riferimento al livello di risorse PNNR, di cui gli enti sono destinatari, è semplicemente assurdo – dicono Marturano, Scavazzin e Zanetti – perché di fatto andrà a colpire maggiormente quei Comuni che hanno saputo utilizzare efficacemente i fondi europei per la realizzazione delle infrastrutture penalizzandoli paradossalmente con minori risorse destinati alla loro gestione. È chiaro che la conseguenza è che quegli investimenti saranno destinati a creare le famose ‘cattedrali nel deserto’, ossia strutture super funzionali e all’avanguardia sulla carta ma che non potranno funzionare perché non avranno il personale necessario a tale compito visto i prevedibili tagli alla spesa corrente che serve proprio a pagare i dipendenti. A meno che non vengano messe in mano ai privati ed è quello che temiamo maggiormente perché significherebbe aver utilizzato risorse pubbliche per il vantaggio dei pochi e soliti soggetti privati”. E aggiungono: “E al di là degli slogan, le reali intenzioni del Governo in materia non ci lasciano molto tranquilli”.

“Sono anni che i Comuni subiscono forti tagli che ne minano la funzionalità e i servizi – proseguono i tre dirigenti sindacali - solo negli ultimi anni il comparto delle funzioni locali è quello che ha perso più personale in assoluto e risulta essere il meno attrattivo tra quelli di tutte le pubbliche amministrazioni. I concorsi, come ben sappiamo, vedono pochissimi partecipanti e i vincitori, molto spesso, si dimettono a pochi mesi dall’assunzione per passare ad altre pubbliche amministrazioni o nel settore privato. La conseguenza è spesso il caos e l’ormai conclamata incapacità di assicurare un livello accettabile di qualità dei servizi nei confronti dei cittadini”.

E concludono: “Avrebbero bisogno di risorse gli Enti Locali, altro che di tagli. E vale la pena sottolineare che tutto ciò succede con un Governo che, dietro forte spinta anche della nostra Regione, ha appena approvato una legge che aumenta in modo consistente le materie in cui viene data piena Autonomia alle Regioni.  Una riforma che la maggioranza che sostiene Zaia considera epocale tanto da dedicarvi anche un giorno di celebrazioni, ma che al di là delle tante parole e slogan si piega a dei tagli a delle risorse destinate proprio a rendere effettivi e concreti quegli strumenti necessari a realizzare quanto si proclama da anni. Un evidente cortocircuito che non può sfuggire agli occhi dei più”. 

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