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Stangata a Poste Italiane dal Tribunale del Lavoro di Padova: condannata a risarcire con 400 mila euro un lavoratore seguito dalla Cgil

Slc Cgil Veneto e Cgil Padova: “Poste Italiane paga ancora una volta la sua arroganza e incapacità di avere delle normali relazioni industriali e sindacali. Un atteggiamento generale che si ripercuote sulla qualità dei servizi e le condizioni lavorative del personale”

 

Una vicenda che parte nel 2010 con una serie di licenziamenti operati da una Cooperativa che lavorava in appalto per Poste Italiane, successivamente impugnati dalla Slc Cgil che, affidandosi all’Avvocata Silvia Vettori, propose una causa per appalto illecito. La sentenza del 2015 diede pienamente ragione alla Slc Cgil dichiarando illecito l’appalto e ordinando a Poste Italiane di riassumere questi lavoratori e pagare loro il risarcimento dalla data in cui avevano impugnato il licenziamento.

Naturalmente Poste Italiane si è prima appellata, perdendo in secondo grado, poi è ricorsa in Cassazione, perdendo nuovamente, e a quel punto si è adeguata alla riassunzione dei lavoratori. Tutti meno uno perché nel frattempo era andato in pensione e secondo Poste Italiane ciò li legittimava a non proporgli l’assunzione nonostante fosse un ordine contenuto in una sentenza definitiva che però Poste Italiane si intestardiva a non eseguire.

Per questo motivo, nel 2022, la Slc Cgil e l’Avvocata Sartori si trovano costretti a proporre un decreto ingiuntivo cioè un ordine di pagamento con cui chiedono tutte le retribuzioni dal giorno del licenziamento, nel 2010, fino 2022 cioè alla data di deposito del ricorso.

Circa un mese fa la sentenza con cui il Tribunale di Padova respinge l’opposizione di Poste Italiane e le impone di pagare al lavoratore una cifra che si aggira intorno ai 300 mila euro che con gli accessori di questi dodici anni arriva a quasi 400 mila. Cifra a cui, dopo questa sentenza, andranno aggiunte anche le retribuzioni successive al 2022 ad oggi che l’Avvocata Vettori chiederà per conto del lavoratore.

“Si tratta di una sentenza – dicono Alessandra Milani, Marco D’Auria e Stefano Gallo della Slc Cgil Veneto e Marianna Cestaro della Segreteria Confederale della Cgil di Padova – che punisce in maniera severa l’arroganza di Poste Italiane che, evidentemente, deve avere come policy aziendale quella di affrontare con gli avvocati temi e situazioni che potrebbero benissimo venire risolti attraverso delle normali e sane relazioni sindacali anche quando è evidente e chiaro che così i costi che deve sostenere sono molto più alti. Probabilmente, ciò accade perché i suoi dirigenti non sono mai tenuti a pagare di tasca propria le proprie scelte sbagliate e il massimo che può accadere loro è di venire promossi per essere spostati magari in ruoli dove possono fare meno danni. E quindi può accadere che si rifiutino di eseguire sentenze di Tribunale passate in giudicato con tutte le conseguenze del caso. Ma in Poste Italiane questo avviene un po’ in tutte le situazioni”.

“ Stiamo parlando – proseguono i sindacalisti della Cgil – di un’azienda privata che ogni anno macina utili su utili eppure si rifiuta di spendere cifre irrisorie, ad esempio, per la manutenzione dell’aria condizionata negli uffici postali con il risultato che tra i 40 e i 50 di essi ogni giorno in Veneto rimangono chiusi perché non ci si può letteralmente stare dentro. Situazioni che potrebbero venir affrontate con un po’ di programmazione e ascoltando quanto dicono i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza ma in Poste Italiane questa è una chimera”.

“L’auspicio – concludono i rappresentanti sindacali – è che Poste Italiane scenda dal piedistallo in cui si è collocata e accetti di discutere con noi della situazione di quel lavoratore che, è bene ricordarlo, non ha vinto alla lotteria ma si è visto solo riconosciuto quanto perso in tutti questi anni a causa dell’ottusità di Poste Italiane. Una prassi, quella delle relazioni sindacali, che Poste Italiane farebbe bene ad adottare onde evitare di continuare a sprecare inutilmente risorse che invece potrebbero venire spese per la qualità dei servizi e le condizioni lavorative dei dipendenti”.

Il servizio di Telenordest tratto dalla conferenza stampa della Slc Cgil Veneto e Cgil Padova sulla vicenda

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