Incidenti sul lavoro nell’Alta Padovana. Cgil di Padova: “Il susseguirsi di infortuni nei luoghi di lavoro, nella nostra provincia, non accenna a diminuire e questo deve scuotere le coscienze di tutti”
“È giunta l'ora di introdurre “la patente a punti” per le imprese”.
Dopo il “lunedì nero” di inizio settimana (con un morto, per cause naturali, e due feriti gravi), arrivano oggi altre pessime notizie riguardo la sicurezza dei lavoratori, con due feriti nella provincia di Padova: uno a Camposampiero, l’altro a Piazzola.
Sugli incidenti interviene Dario Verdicchio, membro della segreteria confederale della Cgil di Padova con la delega alla sicurezza: “Bisognerà chiarire cause, dinamiche ed eventuali responsabilità che hanno portato a questi due nuovi incidenti ma una cosa è chiara: accadono con una continuità assolutamente intollerabile per un Paese Civile”
“Forse – aggiunge il sindacalista della Cgil – la novità è che oggi se ne parla, l’opinione pubblica non è assolutamente indifferente al tema e fanno bene i mezzi d'informazione a non lasciare cadere nel vuoto episodi simili, tanto “ordinari” quanto terribili e in grado di segnare l'esistenza di chiunque. Tutto ciò non fa che confermare la terribile e implacabile frequenza con cui i lavoratori rischiano di farsi male nel corso di una normale giornata lavorativa. Tutte cose che continuiamo a ripetere, spesso raccogliendo il plauso di tutti, ma che se non si interverrà concretamente per invertire la tendenza, continuerà ad essere un esercizio inutile”.
“Lo abbiamo già detto: le parole ormai stanno a zero – conclude Dario Verdicchio – è ora di iniziare a far parlare i fatti, a immaginare e attuare un nuovo modello di sviluppo che non contempli almeno tre vittime al giorno e innumerevoli feriti per sostenersi. Certo, devono essere coinvolti i lavoratori ma non ci stancheremo mai, di richiamare tutti alle proprie responsabilità a partire dalle imprese che su questo tema, è ora che inizino a vedere come un “loro” problema quello che al momento è visto solo come un problema dei lavoratori, ossia la loro sicurezza. E questo è ingiusto, perché non è raro che tra le vittime ci siano da annoverare talvolta gli stessi artigiani o lavoratori autonomi. Oggi spesso la sicurezza viene vista come un intralcio burocratico verso standard e ritmi produttivi più alti, nonché un costo che non produce direttamente profitti. È giunta l’ora di provvedimenti legislativi che facciano comprendere loro che le cose non stanno così e che la sicurezza dei lavoratori diventi finalmente un fattore strettamente connesso alla stessa continuazione dell'attività produttiva delle aziende. Insomma: è arrivato il momento di introdurre "la patente a punti" per le imprese”.