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Blitz Guardia di Finanza a Casale di Scodosia: il Made in Italy confezionato con lo sfruttamento di lavoratori cinesi

Cgil Padova: “L’ennesima operazione che porta ancora una volta alla luce un'altra storia di sfruttamento e diritti negati. Ma la verità è che noi vediamo solo la punta dell'iceberg di un fenomeno molto più diffuso di quel che si crede”

Il sistema degli appalti e dei sub-appalti va rivisto perché costituisce terreno fertile per questo genere di pratiche indegne di un paese civile”.

Siamo di fronte ad un meccanismo consolidato: ricorso a ditte o cooperative esterne, sfruttamento sfrenato di manodopera senza diritti, fatture false, non versamento di contributi ed evasioni di milioni di euro. La politica batta un colpo perché è giunta l'ora di dire basta a tutto questo. Bisogna porre uno stop a queste situazioni rese possibili dal sistema malato degli appalti e subappalti che domina sempre più settori lavorativi”. Sono netti Aldo Marturano, Segretario Generale della Cgil di Padova e Luca Rainato, Segretario Generale della Filctem Cgil Padova dopo le notizie riguardanti l'operazione di ieri che ha portato alla luce l'ennesimo caso di sfruttamento di lavoratori stranieri, in questo caso 154 cittadini di nazionalità cinese, impiegati in alcuni capannoni a Casale di Scodosia, nella bassa padovana, per confezionare capi di abbigliamento destinati ad aziende del vicentino che a loro volta rivendevano alle grandi firme del Made in Italy.

È sempre più evidente che questi fenomeni – dicono i due sindacalisti della Cgil padovana – non sono più relegati a certi determinati settori come quello agricolo o della logistica. Purtroppo accadono anche nel tessile, come dimostra questa vicenda. Succedono nell’editoria, come ci conferma l’inchiesta riguardante Grafica Veneta o anche nel settore alberghiero come ha palesato quanto avvenuto nei primi di luglio dove lo stesso meccanismo veniva utilizzato per fornire manodopera a basso costo a diversi alberghi in tutta Italia, compreso alcuni ad Abano Terme. È chiaro che queste cose succedono perché esiste un sistema malato, quello degli appalti e subappalti, le cui falle permettono queste situazioni non degne di un paese civile”.

La verità – continuano Marturano e Rainato – è che è un sistema che va completamente cambiato perché non solo agevola lo sfruttamento dei lavoratori, soprattutto quando si trovano in una situazione di fragilità sia sociale che contrattuale, ma determina anche pratiche di concorrenza sleale tra le stesse aziende, che di fatto “truccano” il mercato e lo rendono un terreno sempre più impraticabile per quelle leali e rispettose delle leggi. E questo dovrebbe far preoccupare tutti”.

Siamo convinti – concludono Aldo Marturano e Luca Rainato – che la precarietà, la non applicazione dei contratti nazionali, la sostanziale posizione di debolezza dei lavoratori sono fattori che non fanno altro che aumentare situazioni come quella scoperta dalla Guardia di Finanza a Casale di Scodosia. E riteniamo sempre più necessario che la politica metta mano a questa materia, iniziando a restituire diritti a lavoratori e rivedendo la logica dei subappalti. E consigliamo anche di farlo in fretta, prima che la situazione sfugga completamente di mano”.

In allegato l'articolo sull'operazione della GdF, uscito ieri, di Roberta Polese per il Corriere Veneto

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