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Ancora un infortunio mortale in un'azienda padovana. Cgil Padova: “La frequenza con cui avvengono queste morti è intollerabile”

Cgil Padova: “Con 11 vittime (secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale Morti sul Lavoro di Bologna) Padova è la provincia in Veneto con più infortuni mortali”

“Necessario un cambio di clima culturale intorno alla materia. Che alla ripresa economica post pandemica si accompagni un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la vita e la salute dei lavoratori”

“Come sempre – dice Dario Verdicchio, Segretario Confederale della Cgil Padova con la delega alla Sicurezza sul lavoro – restiamo in attesa dell'esito delle indagini che chiariranno la dinamica di questo ennesimo incidente mortale ma, oltre che piangere un altro lavoratore che stasera non tornerà a casa dai suoi cari, ci corre l’obbligo di sottolineare l’implacabile e intollerabile frequenza con cui questi fatti si verificano. Almeno non si parli di fatalità.”

“Con questo incidente mortale – continua Verdicchio – arriviamo a 11 vittime nel 2021 nella Provincia di Padova secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro e questo fa di noi, la maglia nera in Veneto. Purtroppo si tratta di una macabra classifica che si aggiorna quotidianamente, a livello nazionale, di una media di circa tre vittime al giorno e anche lì la nostra provincia si colloca nei primi posti. Altro dato che ci deve far riflettere è che ad oggi, rispetto al 2020, registriamo un aumento del 15% degli infortuni mortali. Sono dati raggelanti che confermano, in un contesto come il nostro, composto per larga parte da piccole imprese o da artigiani, la necessità di porre maggiore attenzione per la sicurezza. Ricordo che il Veneto è una regione dove, mediamente, gli addetti per impresa sono 4 di cui uno è il titolare. E infatti, non è raro che tra le vittime, spesso, ci siano anche loro”.

“La speranza di un cambiamento– dice il sindacalista – è data dagli esiti dell'incontro tra il Premier Draghi e i Segretari Generali di Cgil Cisl e Uil, proprio sul tema della sicurezza e della salute nei posti lavoro, in cui sembra esserci stata l’intesa per l'implementazione degli organi ispettivi preposti ai controlli e degli strumenti per il monitoraggio degli infortuni fino alla previsione di sanzioni, tra cui la sospensione delle attività, per le imprese che non rispettano le clausole per la sicurezza. Accanto a questo, soprattutto in territori come il nostro, dominati dalla presenza di piccole imprese, crediamo sarà importante investire nella buona esperienza della bilateralità nell'artigianato Sicuramente tutto questo è positivo, però non basterà se, al contempo, al centro non torna ad esserci la qualità del lavoro e non il profitto”.

“E dico questo – prosegue il rappresentante della Cgil – perché quel che è necessario è che su questo tema ci sia un vero cambio del clima culturale che lo circonda. La vera speranza, sarebbe che si ritornasse allo spirito di cambiamento e impegno che si registrò nel 2008, dopo i terribili fatti successi all'acciaieria Thyssenkrupp di Torino che costarono la vita a sette operai. Fu allora che fu approvato il D.L. 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, sicuramente una delle leggi più all'avanguardia e complete mai state fatte su questa piaga, non solo in Italia ma anche in Europa. E che incise, sulla riduzione degli incidenti sul lavoro ma io credo che più di tutto incise il clima culturale che si instaurò dopo quanto successo a Torino, la maggior attenzione che si iniziò a prestare da allora alla salute dei lavoratori”.

“Oggi più che mai – conclude Dario Verdicchio – è necessario che alla ripresa economica post pandemica agevolata dagli investimenti previsti dalla notevole mole di risorse provenienti dal Pnnr, si accompagni di pari passo la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo che ponga al centro del lavoro, non più il profitto, bensì la vita umana, a partire da quella dei lavoratori. E per fare questo è necessario che una parte di quelle risorse vengano destinate a questo obiettivo. È giunta l'ora che chi la mattina va al lavoro non tema più di non ritornare a casa la sera”.

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