A mente fredda, dopo un week end di tensioni e passioni e le prime reazioni a caldo scatenate dall’assalto squadrista alla sede nazionale della Cgil a Roma, il Segretario Generale della Cgil di Padova è tornato su quanto è avvenuto in un’intervista sul Mattino di Padova di oggi, rispondendo alle domande della brava Elvira Scigliano che evidenzia di come un tempo i sindacati erano i catalizzatori dell'agitazione generale, capaci di veicolare anche la rabbia più cupa verso una destinazione declinata in diritti e chiede:
“E Oggi?”
“In questo momento il Green pass è l'arma di distrazione di massa – rileva Aldo Marturano – e ci sta distraendo dalle vere questioni: licenziamenti, dignità del lavoro, sicurezza (non possiamo dimenticarci che ogni giorno si registrano tre morti sul lavoro), discriminazioni. Non sento un'energia pacifica da parte del popolo, che manifesti e contesti che non si deve morire per lavoro; che una donna o una persona fragile non devono essere discriminate con uno stipendio inferiore o minori possibilità di fare carriera; non sento indignazione per il precariato o i licenziamenti. Vorrei invece vedere la stessa energia che c'è in piazza contro i vaccini rivolta a questi temi. Vorrei ci interrogassimo sulle ragioni della pandemia che riguardano questioni non più rinviabili, come l'ambiente, le deforestazioni, il consumo del suolo. Il virus è figlio di tutto questo ma queste battaglie non si fanno”.
Eppure è forte l'impressione che l'era del Coronavirus abbia evidenziato uno scollamento sindacale, tra sigle, e con il paese reale.
“La situazione è molto articolata, non voglio semplificarla e rischiare di banalizzarla. Quello che vedo è una destra che prova a cavalcare il disagio sociale, strumentalizzandolo; ma vedo anche avanzare la cultura del negazionismo e del complottismo che sono molto pericolose. Il rischio è che paura e povertà, ingiustizie sociali e discriminazioni, che vanno avanti da molto tempo, almeno dagli ultimi venti anni e che dovrebbero essere inserite in un contesto globale, quello che ha portato allo "sfruttamento" del precariato su modelli precisi - vedi Amazon - ebbene che queste argomentazioni passino in secondo piano nel ragionamento collettivo e restino solo tensione e disagio”.
Un disagio che i sindacalisti "di strada" conoscono bene, tanto da riferire di tessere del sindacato riconsegnate al mittente.
“Capisco i miei colleghi. Dopo anni di proteste, in piazza e nelle sedi istituzionali, siamo forse all'epilogo e anche a uno scoramento legittimo. Per la discussione e per il confronto c'è sempre spazio, ma questo non deve essere confuso in nessun modo con la destra fascista, quella del complottismo che rende la gente più povera e spaventata. Oggi abbiamo anticorpi più forti al fascismo e dobbiamo mettere all'angolo ogni forma di violenza”.
Essere favorevoli da subito al Green pass come lo si è stati con il vaccino forse avrebbe appianato la strada?
“No. Siamo assolutamente favorevoli al vaccino e lo ribadiamo, non al Green pass perché è uno strumento inadeguato. Ha scaricato tante contraddizioni sul mondo del lavoro. Abbiamo pianto tutti 140 mila morti e la nostra Costituzione prevede l'obbligo di trattamento sanitario, dunque il Governo doveva decidere per l'obbligo vaccinale invece della scelta politica del passaporto verde. Le persone vanno ascoltate, invece la grande mancanza della politica oggi è che nessuno rappresenta i lavoratori”.
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