Guerra in Ucraina: i sindacati padovani si mobilitano
Cgil Cisl e Uil di Padova in Piazza per la Pace: domani, sabato 26 febbraio, al presidio con le associazioni aderenti alla Rete Pace e Disarmo, in Piazza Capitaniato a partire dalle 15.30
Aldo Marturano (Cgil), Samuel Scavazzin (Cisl) e Massimo Zanetti (Uil): "Da folli cacciarsi in una guerra non ancora del tutto usciti da una pandemia. Governo italiano e Unione Europea si impegnino immediatamente per un'iniziativa di pace attiva che riduca la tensione e promuova un accordo politico tra le parti"
Cgil Cisl e Uil di Padova aderiscono all’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo – della quale fanno parte tante associazioni della nostra provincia – di organizzare presidi contro la guerra in Ucraina per il prossimo sabato 26 febbraio.
Anche a Padova, come in tante altre città del Veneto e d’Italia, le segreterie provinciali dei sindacati confederali insieme agli Studenti ed alle altre associazioni del territorio, hanno organizzato un presidio contro la guerra in Ucraina. L’appuntamento sarà, dunque, in PIAZZA CAPITANIATO, alle 15.30.
“Le notizie sempre più angoscianti provenienti dall’Ucraina – intervengono i Segretari Generali Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo Zanetti – non possono venire accolte passivamente e impongono invece una mobilitazione generale che metta al primo posto la cessazione delle ostilità e la protezione delle popolazioni civili coinvolte nel conflitto. Non siamo ancora usciti da una pandemia mondiale che ha lasciato ovunque vittime e segnato la vita di tantissime persone e, in un vortice di follia e insensatezza, andiamo a cacciarci in una guerra i cui esiti sono del tutto imprevedibili”.
“Chiediamo – concludono i tre Segretari Generali di CGIL, CISL, UIL Padovani – un intervento immediato in tutte le sedi diplomatiche, sia del Governo Italiano che dell’Unione Europea, per un immediato stop delle armi. Diamo piena applicazione all'articolo 11 della nostra Costituzione: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Si cessi immediatamente questa corsa verso la follia".