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Alternanza Scuola-Lavoro: anche a Padova studenti e lavoratori si incontrano per parlarne

Studentesse e studenti alla Dab Pumps di Mestrino, lavoratrici della Carel Industries spa di Brugine al Circolo Studentesco Reset: anche a Padova le iniziative della campagna di mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil per promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro

 

 “Non c’è più tempo, non siamo disponibili ad attendere oltre, continuando a contare lavoratori e studenti morti sul lavoro o durante un’esperienza formativa in azienda. Occorre intervenire subito con provvedimenti in grado di fermare la strage”. Così iniziava il comunicato stampa unitario di Cgil Cisl e Uil, con cui la settimana scorsa i segretari generali dei tre sindacati confederali annunciavano il via di una campagna nazionale di iniziative – incontri e assemblee nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nei circoli studenteschi – con al centro i temi dell’alternanza scuola/lavoro, della sicurezza e del diritto di vedere garantita l’incolumità di chi opera all’interno di un’azienda, un cantiere, nei campi o qualsiasi luogo di lavoro.

Un tema, quello della sicurezza, purtroppo sempre presente nelle cronache dei giornali – cosa inevitabile quando la media è di tre vittime al giorno – ma che è tornato prepotentemente alla ribalta dopo la morte di due studenti impegnati in un percorso di formazione all’interno delle aziende: Lorenzo Parelli, 18 anni, travolto da una trave d’acciaio in uno stabilimento metalmeccanico a Lauzacco in provincia di Udine e Giuseppe Lenoci, 16 anni, rimasto vittima in un incidente stradale nel furgoncino aziendale della ditta dove svolgeva un apprendistato nell'ambito di un corso professionale di termoidraulica.

Per questo anche a Padova (provincia che tra il 2020 e 2021 ha segnato un drammatico aumento delle vittime sul lavoro passando da 2 decessi a 9) ieri, venerdì 25 febbraio, si sono svolti gli incontri: 4 assemblee, iniziate al mattino e proseguite per tutta la giornata lavorativa, alla Dab Pumps di Mestrino, multinazionale nel settore delle tecnologie per la movimentazione dell’acqua, dove studentesse e studenti della Rete degli Studenti Medi e dell’UDU hanno incontrato le lavoratrici e lavoratori dell’azienda. E nel tardo pomeriggio, un incontro presso il circolo RESET di via Loredan dove, alla presenza anche di rappresentanti sindacali, RSU e RSL (nella fattispecie Chiara Frizzi e Cristina Carraro, operaie alla Carel Industries spa di Brugine, azienda che produce impianti termici e opera nel settore della climatizzazione) si sono confrontati con studentesse e studenti raccontando la propria esperienza. Di come, ad un certo punto, abbiano deciso di impegnarsi in prima persona per la salute e il benessere di tutte le colleghe e i colleghi: “Capisci che se non ci pensi te a migliorare le condizioni di lavoro non lo farà nessun altro e senti che i tuoi stessi problemi sono vissuti anche dagli altri: ecco in quel momento scatta qualcosa e comprendi che solo aiutando e mettendoti a disposizione della collettività otterrai migliori condizioni di lavoro anche per te”.

Secondo Cgil Cisl e Uil è necessario che la formazione sulla sicurezza per i ragazzi e le ragazze che dalla scuola vanno a fare l'alternanza nei luoghi di lavoro sia fatta prima del loro ingresso ma sempre partendo da un punto imprescindibile: alla scuola spetta il compito di formare cittadine e cittadini, quello di formare lavoratrici e lavoratori spetta alle aziende. Accanto a questo vanno riviste le diverse forme di ingresso al lavoro dei giovani, dall’alternanza agli stage. Non è accettabile che la presenza di studentesse e studenti venga considerata al pari di lavoro subordinato vero e proprio. O, peggio, che quello che dovrebbe essere un periodo di formazione inserita nel curriculum scolastico diventi una forma surrettizia di lavoro non legale e non pagato. Per questo servono maggiori controlli sia da parte delle scuole che degli organismi preposti ma di fatto oggi questi non avvengono. Una situazione vergognosa perché se è inaccettabile che un lavoratore esca la mattina e la sera non torni a casa, lo è ancor di più il fatto che ad un ragazzino di 16 anni capiti la stessa cosa. 

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