La carovana unitaria per affrontare il dramma degli sfratti e avviare la soluzione della sofferenza abitativa: sabato presidi davanti agli alloggi sfitti in città di INPS, ESU e ATER
È un vero e proprio grido di allarme quello che lanciano unitariamente i sindacati e le associazioni degli inquilini, fortemente preoccupati per l'aggravamento della crisi abitativa svelata, prima, dalla pandemia e, ora, dalle pesanti conseguenze della guerra in Ucraina. Mobilitazioni sono in programma in tutta Italia, con presidio finale al Ministero dei Lavori Pubblici a Roma il 22 marzo.
“L'aumento insostenibile delle bollette di gas e luce – dicono sindacati, associazioni a difesa degli inquilini e degli studenti – unito alla ripresa dell'inflazione e quindi degli affitti, stanno provocando ancora più sfratti. Sono già circa 150.000 a livello nazionale, almeno un migliaio a Padova e Provincia, a cui sommare almeno altrettanti pignoramenti della prima casa, quasi tutti per morosità incolpevole di canoni e mutui”.
“A tutto ciò – aggiungono – si somma la dovuta accoglienza ai profughi provenienti dall’Ucraina e da qualsiasi Paese sconvolto da guerre, cambiamenti climatici e miseria. Ma non ci sono solo loro: esistono anche gli studenti fuori sede, circa 20.000 a fronte di appena 1.300 posti letto ESU in città, dato che la crisi dello scorso autunno ha evidenziato come il mercato locativo sia drogato dai contratti temporanei. Davanti a questa richiesta, a cui il mercato non ha saputo rispondere, sono necessarie politiche abitative adeguate.”
“Proprio per richiamare l’attenzione su questo dramma che riguarda moltissime persone e famiglie, sabato 19 marzo, Sunia Cgil, Sicet Cisl, Uniat Uil, Unione Inquilini, Sportello Sociale di via Bajardi 1 e Sindacato degli Studenti - Link, hanno organizzato una “carovana” davanti agli alloggi vuoti presenti in città, di proprietà di alcuni Enti, sia nazionali che regionali: alle 10:00 erano davanti agli alloggi sfitti dell’INPS di via Tirana e via Brigata Padova, alle 11.00 davanti agli appartamenti sfitti dell'Ater di Via Brofferio/Vivanti dell'Ater mentre contemporaneamente una delegazione di studenti era in via San Francesco 122 davanti alla sede dell'ESU.
“Questa situazione – dicono - viola i diritti umani ratificati dal nostro Paese, come accertato da ormai numerose richieste di sospensione cautelare degli sfratti da parte del Comitato ONU sui diritti. Una situazione che mette i Sindaci di fronte all'obbligo normativo di agire per tutelare la salute dei cittadini che perdono la casa. Purtroppo, il Governo, con la legge di bilancio 2022 non ha stanziato fondi di sostegno per gli affitti, né avviato il piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica, necessari per dare risposte alle 866.000 famiglie povere in affitto e alle 650.000 famiglie in lista d'attesa per una casa popolare. Aggiungiamo la totale assenza della Regione Veneto che invece continua ad approvare le vendite degli alloggi ATER. Qui, a Padova, siamo riusciti ad ottenere un Protocollo per il passaggio da casa a casa condiviso dal Comune e dalle parti sociali ma nonostante questo la crisi abitativa continua. Sbloccare gli alloggi pubblici sfitti è stato un primo passo ma i 169 alloggi che, si spera, verranno assegnati quest'anno a fronte delle 1347 famiglie in graduatoria ERP in città, significano che solo una famiglia su otto potrà accedere”.
"Onde evitare una crisi di proporzioni inimmaginabili - concludono - è necessario implementare il Protocollo sfratti per la tutela dei diritti umani affinché nessuno finisca in strada o che le famiglie vengano divise. Bisogna assegnare gli alloggi sfitti di proprietà pubblica: Regione Veneto e ATER devono fermare tutte le aste mentre il Comune di Padova deve acquisire i circa 100 alloggi INPS in via Tirana e via Brigata Padova e presentare nuovi progetti di edilizia residenziale pubblica. Va avviato un Piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica centrato sul recupero e sul consumo zero di suolo. L'ESU e l'Università devono ristrutturare le residenze chiuse da anni e acquistare nuove strutture per far convivere dignitosamente e in armonia con la città gli studenti fuorisede. Si usino risorse regionali, statali ed europee, date anche dalla rinegoziazione del PNRR. Bisogna calmierare gli affitti (prevedendo in tal senso dei sostegni ai Comuni, soprattutto quelli piccoli) e rinegoziare l’accordo territoriale per i canoni concordati per Padova, in particolare per gli affitti di corta durata attraverso forti incentivi fiscali e garanzie pubbliche per chi aderisce. Accanto a questo va imposta una forte tassazione dei multiproprietari degli alloggi sfitti. Si deve avviare la rinegoziazione della Convenzione nazionale sui canoni concordati e procedere con l’eliminazione della cedolare secca per i contratti a canone libero. Purtroppo, le nostre richieste si scontrano con la sordità della Regione Veneto che sui temi dell’abitare non ci ha mai voluto incontrare. Ed è un peccato perché la Legge Regionale 39/17 che regola l’Edilizia Residenziale Pubblica necessita di una revisione in diversi punti, fonti di difficoltà agli utenti. Ci sono poi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio esistente, con il 110%, il PNRR e il PINQUA, che devono essere regolati per evitare disagi agli assegnatari”.
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