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Ulss 6 Euganea, il nodo pensioni. La FP Cgil Padova lancia l'allarme

Grande spazio dedicato oggi nei giornali locali alla conferenza stampa di ieri di Alessandra Stivali e Raffaela Megna, rispettivamente Segretaria Generale e Provinciale della Funzione Pubblica Cgil Padova, durante la quale hanno lanciato l’allarme riguardo alla situazione che si verrà a creare tra 3-4 anni all’Ulss 6 Euganea per effetto dei futuri pensionamenti di infermieri, Operatori Socio Sanitari e Personale Amminastrivo.

La prospettiva. infatti, è che tra 3-4 anni, un dipendente amministrativo su due e un’infermiera su cinque andranno in pensione. Dice Alessandra Stivali:” Senza una spinta propulsiva delle assunzioni nei prossimi tre anni, l'Usl non sarà più in grado di garantire tutti i servizi e assisteremo a un aumento delle esternalizzazioni. C'è una fascia importante di lavoratori tra i 55 e i 64 anni che, grazie al riscatto della laurea, potrebbe andare in pensione anticipatamente. Stiamo parlando di oltre il 30% in 4-6 anni, senza che il cambio generazionale sia in grado di coprire le uscite”.

Una situazione che risulta particolarmente critica, tra il personale amministrativo. Interviene Raffaela Megna: “Il settore è già in grande sofferenza e la prospettiva, di questo passo, è la chiusura dei servizi. Stiamo parlando di attività strettamente correlate con la sanità come i Cup e in generale gli sportelli dedicati all'utenza, ma ci sono anche liste operatorie e laboratori. Il nostro è un grido d'allarme: non puoi sostituire in un paio di anni quello che non hai fatto in dieci con il tetto di spesa a fare da vincolo. Né esternalizzare servizi profondamente radicati nell'attività sanitaria rappresenta una soluzione perché questo comporta una riduzione della capacità di fornire un servizio ai cittadini, senza considerare che i privati hanno anche retribuzioni inferiori, sono molto spesso precari ed è difficile fare formazione».

“Tra le realtà particolarmente in crisi nel Camposampierese – spiega la Fp Cgil di Padova – ci sono laboratori, radiologie ed economato (che si occupa di ordinare tutti i presidi necessari all'attività), segreterie, Cup, distretti e servizio di prevenzione. Per l'Urp di Cittadella è pronto un bando per la mobilità interna per coprire il servizio. Ma, diversamente dagli infermieri per cui sono previsti nuovi ingressi per l'estate, per gli amministrativi non sono previsti concorsi”.

Attacca Alessandra Stivali: “Ormai ogni assunto viene conteso da tre reparti. Tra Camposampiero e Cittadella, ad oggi, in pianta organica mancano 100 infermieri e 70 OSS. Non solo: Il ricorso costante all'appalto rende il sistema più vulnerabile, basti pensare a quanto successo con l'attacco hacker che ci ha messo in ginocchio. Perché più esternalizzi, meno possibilità hai di controllare la macchina e i suoi processi. Andando avanti così non si creerà mai una sanità del futuro, radicata sul territorio”.

Si aggiunge Raffaela Megna: “In questo scenario aumentano anche malattie e assenze perché quando manca personale, quello che rimane in servizio è costretto a sforzi maggiori E questo è successo anche con il Covid: la pandemia incide ancora in maniera significativa e ogni giorno mancano tra le 400 e le 600 persone al lavoro, tra malattie e sospensioni che non sono state sostituite, così come le leggi 104 e le gravidanze. Stiamo parlando di almeno un 10% del personale che manca costantemente: nei posti di lavoro in cui ci sono 1-2 amministrativi si ha una riduzione del servizio.

“Ad esclusione di 12 assunzioni a Schiavonia – denuncia la Fp Cgil Padova – a causa del raggiungimento del tetto di spesa è stato bloccato anche l'extra turnover. Ma a tutto questo si aggiunge anche il problema del Covid: il 31 marzo il personale assunto per la pandemia va a casa e perdiamo più di 250 persone, eppure ci risulta che il virus non sia sparito, che a Schiavonia ci sia ancora un reparto dedicato. Ci restano le assenze che proseguiranno fino a fine anno, le malattie da Covid e le liste d'attesa da recuperare, con le chirurgie e l'ortopedia più in sofferenza. E in queste condizioni non ci sono altre armi se non esternalizzare” è l’amara conclusione. 

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