Significativa l’adesione allo sciopero dei dipendenti della distribuzione moderna organizzata indetto per l’interno turno di lavoro di sabato 30 marzo dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. L’astensione, in media del 60%, ha toccato punte dal 70% al 100%, con la chiusura di alcuni punti vendita nelle diverse aree del Paese. Qui, a Padova, la protesta è andata in scena davanti a diversi supermercati e centri commerciali: all’Ipercity di Albignasego e, a Padova città, al Lidl al Plebiscito e all’Ikea. Anche nel nostro territorio alcuni supermercati non hanno aperto (come il Lidl di via Sorio) o con meno casse in funzione a causa dell’assenza di lavoratrici e lavoratori.
Una mobilitazione riuscita, dunque, indetta in seguito alla rottura del tavolo di trattativa con Federdistribuzione per il rinnovo del contratto nazionale scaduto nel 2019 e atteso da oltre 240 mila lavoratrici e lavoratori dipendenti dalle imprese associate a questa sigla datoriale.
Un comportamento, quello di Federdistribuzione, che i sindacati hanno stigmatizzato a gran voce, lamentando "l'insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti" e che ha portato alla mobilitazione nazionale “come reazione all'irresponsabilità di Federdistribuzione” nel presentare "svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie” attualmente contenute nel contratto e che “le lavoratrici e i lavoratori della distribuzione commerciale hanno aggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni".
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno anche denunciato negli obiettivi della controparte “l'introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l'attribuzione dell'addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione)”.
Ma non solo. La protesta è stata anche contro “l'azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi; la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l'attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori”.
I sindacati hanno sottolineato anche la mancata “disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema 'appalti e terziarizzazioni' e 'franchising'.
Insomma: quelle di Federdistribuzione sono solo “pretese irrealistiche” che hanno come solo scopo quello di “far naufragare una già complessa negoziazione”, a dimostrazione della “ritrosia patologica” di Federdistribuzione “a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate”. “Contro l'atteggiamento arrogante di Federdistribuzione – hanno concluso Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTuCS– occorre mobilitarsi".
Il servizio di Telenordest sul presidio di Filcams Cgil Padova, Fisascat Cisl Padova e Rovigo e UilTuCS Padova davanti all'Ipercity di Albignasego