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Filcams Cgil Padova: "Rottura Tavolo per il rinnovo del CCNL della Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari: circa mille gli addetti nel padovano che non vedranno nessun aumento in busta paga"

La Filcams Cgil Padova lancia l’allarme: “Il mancato rinnovo del contratto rischia di essere un colpo micidiale per il settore: a rischio servizi ormai diventati essenziali per le comunità”

“Esiste un problema retribuzioni ed è enorme: la rottura del tavolo voluto dalle associazioni datoriali è solo l’ennesimo tentativo di eluderlo. La pazienza ha un limite!”

“Sono sei anni che almeno un centinaio di migliaia di Guardie Particolari Giurate e di Addetti ai Servizi di Sicurezza non armati che operano nel nostro Paese, attendono il rinnovo del loro Contratto Collettivo Nazionale. Una trattativa lunga e difficile, nel corso della quale sono avvenuti parecchi stop, ma la rottura avvenuta il 18 marzo scorso risulta la più ingiusta e difficile da digerire. Questo perché, negli ultimi periodi, le parti al tavolo avevano già trattato parecchi temi e c’era la fondata speranza di chiudere il contratto a breve. Ma se già nell’attuale situazione contingente fatta di aumenti dei costi per le famiglie e considerata la pericolosità del lavoro in questione, erano molti i vigilanti che abbandonavano la divisa per lasciare il settore in cerca di un’occupazione, in altri ambiti lavorativi con stipendi più dignitosi e con molti meno rischi, ora con questa rottura sarà inevitabile un'ulteriore emorragia di personale che già oggi le aziende stentano a contenere e per cui non trovano lavoratori in sostituzione”. Sono arrabbiati Marquidas Moccia Segretaria Generale della Filcams Cgil Padova e Cristian Vicoletti che segue gli addetti del settore.

“Del resto – proseguono – è perfettamente comprensibile: neanche 1300 euro lordi (esattamente 1278 euro che diventano circa 1100, netti) per 40 ore di lavoro settimanali sono uno stipendio decisamente inadeguato per chi fa un mestiere dove si deve portare una pistola con tutti i rischi che ciò comporta. E per chi lavora disarmato le cose vanno ancora peggio, cioè circa 900 euro lordi (intorno ai 700 euro quando diventano netti), il che significa che per portare a casa uno stipendio “normale”, i lavoratori sono costretti a fare montagne di straordinari con tutto quel che ne consegue sia nel lavoro che nella vita privata nonché per la stessa salute e sicurezza degli addetti.  Come si fa a retribuire così miseramente chi fa un mestiere così pesante? E sono 6 anni che questa situazione non cambia!”

“Ma la responsabilità – sottolineano Moccia e Vicoletti – è tutta delle associazioni datoriali che il 18 marzo scorso, dopo un percorso lungo e faticoso che sembrava sul punto di concludersi, hanno risposto di non avere il mandato delle aziende alla prosecuzione del negoziato a causa della nascita di una nuova associazione datoriale, giusto qualche giorno prima. Una cosa semplicemente vergognosa che non solo dimostra le divisioni all’interno della controparte datoriale ma è anche irrispettosa verso migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

Nella nostra provincia, sono oltre un migliaio gli impiegati nel settore, tra GPG (Guardie Particolari Giurate che portano l’arma) e Addetti ai Servizi di Sicurezza non armati. Le realtà più importanti sono la Civis spa (con 250 addetti), la Fidelitas spa (60), Rangers-Battistolli (60), Vedetta 2 MondialPol (60), Sicuritalia (60) e molte altre agenzie locali più piccole che operano nel territorio. Negli ultimi anni oltre ai servizi classici (sorveglianza notturna delle proprietà private, trasporto valori nelle banche, poste e attività commerciali) svolgono sempre di più i cosiddetti piantonamenti fissi, presso strutture pubbliche nel territorio: esempi sono l’Università degli studi di Padova, l’Agenzia delle Entrate e in altri punti sensibili del territorio come il Tribunale e l’Inps.

“La loro visibilità e importanza è dunque aumentata – evidenziano Moccia e Vicoletti – eppure il loro stipendio resta sempre lo stesso.  I lavoratori non ci stanno più e se ne vanno altrove, stanchi di un trattamento del genere e di nessuna considerazione! E questo ce lo confermano i dati di Veneto Lavoro che dicono che nella nostra Regione a gennaio del 2022 a fronte di 1010 assunzioni abbiamo avuto 1242 cessazioni. Questo significa che per chi rimane il lavoro non può che aumentare generando ulteriore disagio”, è l'amara conclusione.

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