Filcams Cgil Padova: “Dopo la revoca del Concordato, da parte del Tribunale di Padova, la situazione rimane incerta, nonostante l’ottimismo manifestato dall’azienda. vogliamo incontrare i commissari giudiziali responsabili della nuova procedura e chiediamo un tavolo, sia regionale che nazionale, al fine di mettere al sicuro la posizione delle lavoratrici e lavoratori”
“No, noi non siamo per niente tranquilli. Certo, ci fa piacere che i vertici di Pittarosso SpA, rispetto alla nuova richiesta di concordato, appaiano rilassati, sereni e sicuri che verrà accolta però non dimentichiamo che anche per la richiesta precedente erano decisamente ottimisti ma poi abbiamo visto come è andata a finire. A questo punto, noi come Filcams Cgil Padova, chiediamo di poter aprire un tavolo con le istituzioni regionali e nazionali al fine di non mettere a rischio l'occupazione sia nella nostra provincia che nell’intero territorio nazionale. E non solo: appena saranno nominati, vogliamo un incontro con i commissari giudiziali responsabili della nuova procedura, chiedendo di capire la motivazione della mancata autorizzazione al precedente concordato e sensibilizzandoli verso il tema dell'occupazione. Noi vogliamo assolutamente evitare che Pittarosso Spa finisca in Amministrazione Straordinaria, una situazione mai positiva per la forza lavoro”.
È determinato ma sta sul chi va là, Cristian Vicoletti della Segreteria della Filcams Cgil Padova, al termine dell’incontro avuto stamane con Pittarosso Spa, insieme a Cisl e Uil, e convocato al fine di capire la situazione in cui si trova l’azienda padovana con sede a Legnaro, alla luce del recente, e inaspettato, azzeramento deciso dal Tribunale di Padova, del concordato preventivo in bianco richiesto nel 2020, dopo che lo stesso Tribunale di Padova, nel febbraio 2022, aveva sollecitato delle delucidazioni rispetto a delle partite in bilancio che non risultavano congrue ai commissari ed era stata spostata l’adunanza con i creditori da giugno a settembre.
Un incontro dal quale è emerso l’andamento positivo delle vendite nei punti vendita della catena (250 nell’intero territorio nazionale per un totale di 1540 dipendenti) nel 2021 e nei primi mesi del 2022. “Un buon risultato – dice Cristian Vicoletti – ottenuto grazie e soprattutto al grandissimo lavoro dei dipendenti che nonostante la cronica carenza di organico hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo e reso possibile il raggiungimento di questo obiettivo. Ma hanno pagato un duro prezzo. Giusto per fare un esempio: il personale che gestisce il punto vendita, aperto 7 giorni su 7, al Centro Commerciale Brentelle, a Padova, è composto da 8 dipendenti. Ad ogni turno lavorativo sono presenti 3 dipendenti, il che significa, in soldoni, che se manca anche solo una persona per ferie o malattia gli altri devono fare i salti mortali per garantire una presenza minima. E negli altri punti vendita di Padova (al Centro Giotto e a Padova Est, accanto all’Ikea) la situazione è sostanzialmente la stessa. E con il periodo estivo, è molto probabile che la mole di lavoro non farà altro che aumentare: ebbene a fronte di tutto questo, dopo il recente azzeramento del concordato, stanno ancora aspettando tredicesima e quattordicesima del 2020 e la tredicesima natalizia di 6 mesi fa. L’azienda ci dice che due giorni fa è stata ripresentata una nuova domanda di procedura (addirittura migliorativa rispetto alla precedente) ma in attesa che venga accolta con la sicurezza di non subire revoche, il nostro giudizio rimane sospeso”.
“Per questo – conclude il funzionario della Filcams Cgil Padova – vogliamo avere maggiori garanzie e il coinvolgimento delle istituzioni a partire, per quel che ci riguarda, della Regione Veneto. Il nostro timore è che in caso di rifiuto di questa nuova procedura, Pittarosso finisca in Amministrazione Straordinaria, una cosa che vogliamo assolutamente evitare perché così le lavoratrici e i lavoratori rischiano di subire le conseguenze di una situazione di cui non hanno nessunissima colpa. Il nostro obiettivo e che non succeda anche a Padova, quanto successo nel resto del territorio nazionale con la chiusura di diversi punti vendita. Dopo tutti i sacrifici fatti, sarebbe una beffa insopportabile”.