Alla Imasaf, un’azienda di Cittadella che produce marmitte e che conta 200 dipendenti, c’è aria di tempesta. Dopo 8 anni di uso di cassa integrazione, di contratti di solidarietà e di incentivi per le uscite volontarie e con un’apertura di mobilità nel 2017, negli ultimi 2 mesi si è protratta una trattativa fra i sindacati (Fim e Fiom) e l’azienda legata alla richiesta da parte della proprietà di decretare una diminuzione del salario aggiuntivo, del premio di produzione, del terzo elemento e della quattordicesima. Richieste che servirebbero all’azienda per abbassare l'incidenza della spesa del personale sulle casse aziendali.
Entrando più nello specifico l’azienda, nonostante vari incontri e numerose proposte alternative da parte delle sigle sindacali, intende congelare per 5 anni la quattordicesima (e alla sua ripresa trasformarla in un elemento variabile), sospendere e riprendere nell'arco di 4/5 anni il terzo elemento e non riconoscere a tutti i futuri dipendenti che saranno assunti gradualmente in 5 anni solo parte della retribuzione aggiuntiva della contrattazione di secondo livello in essere.
Tutto questo nonostante la disponibilità dei lavoratori sia a concedere il congelamento della quattordicesima per 2 anni sia a rinunciare ad un accordo migliorativo sulle ore di straordinario. Anche queste ultime proposte sono state considerate insufficienti da parte dell'azienda.
La situazione è stata ulteriormente appesantita dalla disdetta unilaterale dell'azienda di tutta la contrattazione di secondo livello, decisione che, se non verrà annullata, decreterà, dalla mensilità di agosto, un abbassamento di stipendio per gli oltre 200 dipendenti della Imasaf che vedranno corrisposti nelle loro buste paga solo i salari definiti dal contratto nazionale.
Per questi motivi le sigle sindacali, rappresentate da Oriella Tomasello per la Fim e Marco Distefano per la Fiom, con l'avvallo dell'assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici, tenutasi lunedì 10 giugno, hanno deciso unitariamente di proclamare lo stato di agitazione di una settimana che prevede scioperi e blocco della produzione di 2/3 ore giornaliere, nella speranza di trovare una soluzione alternativa a breve termine.
FIM CISL PADOVA E ROVIGO
FIOM CGIL PADOVA
11 giugno 2019