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Carel: dopo l'incidente i lavoratori di Brugine chiedono maggiore sicurezza

Martedì 24 ottobre nello stabilimento della Carel di Brugine, nel Padovano,  è accaduto un fatto gravissimo: un lavoratore è stato schiacciato da un muletto, ha subito un intervento chirurgico, e fortunatamente l'uomo è fuori pericolo, ma ha rischiato la vita. 

La responsabilità dell'accaduto non è da imputarsi né al lavoratore né al collega che guidava il muletto, ma è legata alle condizioni di lavoro in cui opera l'azienda. La Carel oggi è posizionata su diversi capannoni posti a distanze brevi, gli spazi di lavoro sono angusti e poco agili e sicuri, infatti,  quello di martedì, è il secondo incidente in due anni che coinvolge i lavoratori del sito veneto. 

Il Gruppo Carel è un'azienda leader a livello mondiale nelle soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento e nei sistemi per l’umidificazione e il raffrescamento adiabatico. Nel bilancio del 2016 ha dichiarato ricavi consolidati  pari a 231 milioni di euro con un aumento del 13,5%, rispetto ai 203,5 milioni di euro registrati nel 2015  e dispone di 19 filiali e 7 stabilimenti produttivi di proprietà a cui si aggiungono partner e distributori in altri 75 Paesi. L'azienda non ha mai subito la crisi e le richieste nei confronti della produzione sono sempre molto stringenti con  tempi di lavoro e consegna molto contingentati per i quali i lavoratori subiscono pressioni da parte della dirigenza.  Per quanto riguarda la sicurezza del sito l'azienda comunica procedure e regolamentazioni che però non si sposano con l'organizzazione generale e con gli spazi di lavoro. Pertanto i lavoratori hanno deciso uno sciopero di un'ora articolato nei vari turni sia per gli operai che per gli impiegati per svolgere delle assemblee per decidere il da farsi. Nei prossimi giorni verrà presentata una piattaforma di rivendicazioni sulla sicurezza dove si chiederanno gli investimenti non più procrastinabili sugli stabilimenti di Brugine e non solo sui siti esteri, come fatto per quelli in Croazia e in Cina. I capannoni dell'azienda presenti nel padovano necessitano di interventi strutturali, di una nuova definizione dei siti che agevolino le condizioni di lavoro e che permettano agli operai un più agile e sicuro svolgimento delle operazioni produttive.

 

Loris Scarpa segretario generale della Fiom di Padova “Non lasceremo che l'azienda scarichi  sulla pelle dei lavoratori le responsabilità della situazione creatasi; è necessario che la proprietà agisca e metta in sicurezza gli stabilimenti per permettere ai lavoratori di procedere nelle loro occupazioni senza che possano incorrere in inutili pericoli”.

 

28 ottobre 2017

Ufficio stampa Fiom Padova

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