Infocamere S.c.p.a., la società consortile di proprietà delle Camere di Commercio che per conto delle stesse gestisce i servizi informatici erogati e i dati delle aziende italiane, ha avviato una gara d’appalto della durata di 2 anni, per esternalizzare i servizi di Contact Center di Padova e Roma, aggiudicata lo scorso 25 maggio, ma realmente conclusasi nel suo iter, tra approvazione del CDA e termini del ricorso, solo pochi giorni orsono, assegnando il servizio alla RTI (Rete Temporanea di Imprese) composta dalla Cooperativa Sociale Giotto di Padova e dalla Credit 2 Cash di Roma. I dipendenti che svolgevano il lavoro all’interno di Infocamere nelle due città sono 112, di cui 13 sono stati spostati ad altri incarichi, 9 sono andati via di loro iniziativa e il restante dovrebbe essere reintegrato dalla RTI. Si tratta di lavoratori somministrati e a tempo determinato, che da anni sono impiegati in quel servizio, e che potrebbero veder cessare il contratto a tempo determinato il 31 agosto, proprio il giorno prima l’avvio dell’appalto che parte il 1° settembre 2017.
Per mesi le Organizzazioni Sindacali, le RSU e la RSA Nidil Cgil di Roma che organizza i lavoratori somministrati, hanno chiesto a Infocamere l’attivazione di un tavolo congiunto con tutti i soggetti interessati, per affrontare il tema del passaggio mediante assunzione dei lavoratori addetti, da Infocamere alla RTI vincitrice, e delle loro condizioni lavorative successive al passaggio. L’azienda, però, ha sempre negato qualsiasi disponibilità a confrontarsi nel merito limitandosi a dare notizia dello stato di avanzamento.
La motivazione addotta, legata all’obbligo di riservatezza fino ad assegnazione avvenuta, poteva essere comprensibile durante i mesi di apertura della gara, ma è diventata una posizione incomprensibile e intollerabile sia ad assegnazione conclusa sia quando, terminato anche l’iter dei ricorsi, l’azienda si è subito mossa unilateralmente escludendo esplicitamente le Rappresentanze dei Lavoratori dai tavoli. Dopo l’assegnazione del bando alla RTI, nel giro di 5 giorni, da lunedì 17 luglio a venerdì 21, l’azienda ha proceduto speditamente per chiudere la questione: il 17 luglio ha convocato con sole 4 ore di preavviso le Rappresentanze Sindacali di tutte le sedi (Padova, Milano, Roma e Bari), per non meglio precisate comunicazioni importanti che si sono rivelate solo una parte delle informazioni relative alle società vincitrici dell’appalto e alle condizioni di passaggio dei lavoratori, mentre precisava il numero di 90 lavoratori che la RTI si impegnava ad assumere (in origine nel bando erano 99 così suddivisi: 53 tempi determinati Infocamere, 46 somministrati di cui 31 determinati e 15 in staff leasing, ma nel frattempo 9 hanno trovato altra soluzione).
Durante l’incontro del 17, ignorando le rimostranze delle Rappresentanze Sindacali, l’azienda ha annunciato che lei stessa avrebbe parlato ai lavoratori la mattina seguente, il 18 luglio, convocandoli in un’assemblea e “autorizzando” due delegati sindacali a presenziare, ma in sola veste di uditori.
Nel corso dell’assemblea, l’azienda ha dato ai lavoratori informazioni aggiuntive rispetto a quelle date il giorno precedente e ha annunciato ai lavoratori che nei primi giorni della settimana successiva avrebbe autorizzato alcuni addetti delle due società della RTI a svolgere, presso i locali di Infocamere, i colloqui individuali per formalizzare le proposte di assunzione. In seguito, mediante una mail spedita a tutti i lavoratori del Contact Center, la mattina di giovedì 20 luglio 2017, l’azienda comunicava agli stessi data, ora e ufficio interno, presso il quale fin da subito si sarebbero tenuti i colloqui individuali.
Durante i colloqui, mediante proposta verbale, è emersa chiaramente la prospettiva di una condizione lavorativa pregiudizievole della integrità e incolumità dei lavoratori, i quali, malgrado le ampie rassicurazioni di Infocamere profuse a piene mani nei giorni e nei mesi precedenti, hanno ricevuto proposte di assunzione mediante contratti di 3 mesi, per il tramite di un’agenzia di somministrazione, con contratti nazionali applicati aventi condizioni nettamente più sfavorevoli di quello dei metalmeccanici e della contrattazione integrativa, con la prospettiva di contratti part time, al posto dei full time attuali. A fine colloquio, ogni lavoratore ha trovato nella propria casella di posta, una mail delle due società con la quale chiedevano un riscontro entro lunedì 24 luglio, specificando che la mancata risposta sarebbe stata considerata un rifiuto alla proposta d’assunzione.
Fabio Pozzerle Coordinatore Sindacale Nazionale per conto della Fiom Cgil dichiara “È sconcertante che un’azienda a capitale pubblico possa mettere in campo in modo così disinvolto e nel corso di una delicata gara d’appalto, comportamenti che negano qualsiasi ruolo alle rappresentanze dei lavoratori, ostacolandone le attività, malgrado sia palese il danno enorme che quei lavoratori stanno rischiando di subire”.
Andrea Borghesi responsabile Nidil Cgil Nazionale “Proprio ieri mattina, congiuntamente con la Fiom, abbiamo inviato a Infocamere una richiesta urgente d’incontro per l’apertura di un tavolo con tutti i soggetti interessati, unitamente a una diffida dal formulare ulteriori proposte ai lavoratori, prima dello svolgimento dell’incontro”.
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