Loris Scarpa, segretario generale Fiom Padova:
“Ogni giorno e ad ogni ora del giorno arrivano notizie in cui c’è qualcuno che muore o s’invalida o che avrà ripercussioni a causa del lavoro che svolge. I numeri sono ormai così alti che è un dovere tenerne il conto visto che dietro ad ogni morto o ferito c’è una famiglia, delle prospettive e delle vite che dovranno andare avanti nonostante tutto.
Le condizioni di lavoro sono sempre più incompatibili con quello che è lo svolgimento della vita delle persone e lo registriamo sia nelle modalità di lavoro, sia nelle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia nella deresponsabilizzazione dei datori di lavoro che nelle aspettative e nell’aspetto più umano del lavoro legato alla soddisfazione di chi lavora per le mansioni che svolge.
Il mondo delle imprese giace in una chiusura e in un silenzio incredibile dal quale esce solo per proteggere realtà come i voucher e la precarietà, senza mai comprendere le necessità dei lavoratori e il valore aggiunto che possono dare alle imprese stesse il benessere e la sicurezza di chi lavora. Questa cosa ci lascia esterrefatti perché ci dice che anche oggi, nel 2018, noi e le imprese viviamo su mondi diversi. Come sindacato non possiamo non notare il silenzio di Confindustria e del mondo imprenditoriale anche sull’ultima triste vicenda accaduta nel padovano.
Assolutamente come sindacato ritengo che sia arrivato il momento di mettere in calendario prioritariamente uno sciopero generale di tutto il mondo del lavoro dopo un percorso ben preciso costruito per coinvolgere tutti i lavoratori, per dare un segno a chi ci governa perché per qualsiasi Governo al primo posto ci devono essere il lavoro visto dalla parte di chi deve lavorare per vivere e il come si vive in Italia, è inutile che s’impegnino in altre questioni se non hanno ben chiaro questi fronti.
Il Paese è chiamato ad una svolta che non può essere procrastinata e che deve partire dal lavoro per poter poi arrivare a toccare il sociale, il welfare e l’intero sistema Paese.
Le priorità devono essere le modalità di lavoro di chi lavora ogni giorno perché in una Repubblica fondata sul lavoro, non si deve e non ci si può permettere che il lavoro sia vissuto come pericolo e come fonte di morte.”