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Rinnovo del Contratto Provinciale dei Lavoratori Agricoli e Florovivaisti ancora in alto mare: ieri la protesta in Piazza di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil

In seguito all’impasse nella trattativa per il rinnovo del contratto provinciale del settore agricolo per la provincia di Padova, ieri, mercoledì 31 luglio, le Organizzazioni sindacali della categoria del settore Agroalimentare Flai CgilFai Cisl e Uila Uil  hanno aderito allo sciopero nazionale e organizzato, come in tutte le province del Veneto, un presidio/sit in Piazza dei Signori, durante il quale sono stati offerti gratuitamente ai cittadini incuriositi frutta e verdura locali e cogliendo l’occasione per spiegare loro le ragioni della protesta.

In sostanza, i sindacati confederali accusano le associazioni datoriali – cioè ConfagricolturaColdiretti e Cia – di offrire risorse insufficienti per un accordo, che potrebbe migliorare le condizioni di migliaia di addetti in tutto il padovano, oltre a favorire azioni concrete a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e a porre un argine al caporalato e allo sfruttamento. Una protesta che in provincia di Padova riguarda circa 10 mila lavoratrici e lavoratori, di cui almeno 8 mila stagionali (quindi, con meno tutele).

Dice Giovanni Acco, Segretario Generale della Flai Cgil Padova: “L’ultimo incontro risale a lunedì 29 luglio e proprio in quell’occasione abbiamo avuto modo di misurare la distanza tra le nostre richieste, assolutamente ragionevoli, e la posizione di Confagricoltura, Coldiretti e Cia che di fatto non sono disposte a concederci neanche la metà di quanto chiediamo. Noi abbiamo chiesto un aumento dello stipendio di 120 euro, loro al massimo arrivano a 96 euro, comprensivo del 3,5% (circa 50 euri lordi) previsto dal contratto nazionale per rispondere all’inflazione degli ultimi anni. Noi oltre a quello chiedevamo un ulteriore aumento del 6% che contiene il calcolo dell’Ipca (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato), in modo da permettere a lavoratrici e lavoratori di superare i 1100 euro al mese, cifra con cui non si riesce ad arrivare a fine mese.”.

“Davanti a questo scostamento tra inflazione e salari – prosegue e conclude Giovanni Acco – la nostra risposta non può  che essere la mobilitazione. Capiamo che il settore viva delle difficoltà ma non è accettabile che tutti i problemi della filiera si scarichino sempre sull’anello più debole, cioè lavoratrici e lavoratori. In questo modo, oltre a moltiplicarsi le zone nere o grigie dove si diffondono caporalato e lavoro nero, il settore continuerà ad essere sempre meno attrattivo e vedrà sempre più difficoltà a trovare la manodopera. E le Associazioni Datoriali devono capire che senza manodopera, le imprese del settore sono destinate a scomparire”.

Il servizio di Telenordest sul presidio di ieri di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil in Piazza dei Signori 

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