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Usl Euganea a rischio collasso. L’allarme della Cgil

Grande spazio nella stampa locale alla conferenza stampa che ieri Alessandra Stivali e Raffaela Megna della Funzione Pubblica Cgil Padova – insieme a Giovanni Campolieti, referente medici e dirigenti sanitari ulss 6 per la Fp Cgil Padova e Lauretta D'Alvise, Rsu Fp Cgil a Cittadella (entrambi in collegamento telefonico) – hanno tenuto in Sala Maccato, nella sede della Camera del Lavoro di via Longhin.

Un incontro con i giornalisti per tentare di richiamare l’attenzione sulla difficile situazione che si sta vivendo nell'Usl Euganea, dove l'organico sanitario, nonostante l’emergenza Covid, si riduce di giorno in giorno a causa delle sospensioni degli operatori non vaccinati. Il dato più allarmante è che sono almeno 600 i sanitari no-vax a rischio concreto di sospensione.

Dice Alessandra Stivali: “A fronte di maggiori esigenze, ci si trova in corsia con meno personale, per forza di cose, sovraccaricato di incombenze e per correre ai ripari si finisce sempre più spesso coll’ esternalizzare i servizi. In questo modo, da una parte vi è la situazione dell'organico nel "post-Covid", dove questa espressione è intesa come superamento dell'emergenza, la cui carenza, di fatto, è diventata la nuova "cronicità". Dall’altra parte, assistiamo ad uno scenario che si prospetta per gli ospedali. in virtù delle sospensioni degli operatori, ancora più critico”.

Si aggiunge Raffaela Megna: “Il Covid è una nuova malattia che richiede la sua parte di prevenzione, diagnosi e cure. E quindi, naturalmente, del personale dedicato. Nel 2020 rispetto al 2019 l'Euganea ha aumentato di 180 unità l'organico stabile, al netto del passaggio dell'ospedale Sant'Antonio al Policlinico universitario. Oggi però assistiamo al progressivo depauperamento dell'organico con le sospensioni che incidono in maniera importante. In tutto si tratta di 600 operatori, distribuiti in modo non omogeneo: sono il 4% a Schiavonia e a Piove di Sacco, il 6% a Camposampiero e addirittura il 12% a Cittadella: è evidente che le energie incamerate per far fronte alla pandemia vengono più che bruciate. E questo si traduce nella difficoltà a mantenere i servizi e nel sovraccarico di lavoro per chi resta”.

Da un capo all’altro della provincia, direttamente dalla linea del fronte, si aggiungono anche le voci di Lauretta D’Alvise, dall’ospedale di Cittadella, che conferma: “Ogni giorno ricevo decine di telefonate di colleghi esasperati, la situazione così non può reggere” e Giovanni Campolieti, da quello di Schiavonia che rileva che “Sebbene la quota di medici, fra i no-vax, sia molto ridotta, i problemi si vengono a creare lo stesso perché il loro lavoro è strettamente connesso a quello di infermieri e operatori. Servono strategie organizzative nuove perché i reparti in crisi sono tanti: dall'Orl di Schiavonia, alla Chirurgia e ai laboratori di Cittadella. Sostanzialmente si registrano criticità in tutta l'area dell'Emergenza Urgenza. Mancano psicologi e psichiatri anche per rispondere agli effetti del Covid, soprattutto sulle fasce più deboli e i giovanissimi. Come sindacato è da molto che suoniamo l'allarme e se l'Amministrazione, in qualche modo, si è pure mossa, non è stato fatto abbastanza”.

“La carenza sul mercato di professionisti della sanità è un problema che si trascina da anni e Il rischio – denuncia Campolieti – è quello di perdere pezzi del nostro servizio sanitario pubblico. Ad esempio, per il Pronto soccorso di Montagnana è già stato attivato un percorso di esternalizzazione e proliferano gli incarichi libero professionali. Tutto questo ci indica la necessità di attivare dei percorsi di formazione di specialisti sul territorio con l'Universi e rendere appetibile il lavoro nel pubblico per arginare la fuga verso il privato dei professionisti, in particolare dei giovani”.

Al termine di tutto, queste le richieste della Cgil: “L'imperativo è rimpinguare gli organici: la Regione deve tener conto che l'Euganea è l'Usl più grande del Veneto, incentivando i fondi contrattuali. Ma serve anche aprire un tavolo per condividere strategie finalizzate a nuove assunzioni. Infine manca ancora una procedura di reintegro veloce per gli operatori no vax che si vaccinano”.

Alleghiamo articolo de il Mattino

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