Nella serata di venerdì 24 marzo 2023 sono stati effettuati controlli in tutta Italia ad opera del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, finalizzati a verificare il rispetto degli obblighi di legge da parte delle piattaforme di food delivery e le eventuali forme di sfruttamento lavorativo nei confronti dei rider.
Questo perché si sono già registrati in Italia casi di caporalato digitale, una nuova forma di sfruttamento che coinvolge proprio i lavoratori rider, realizzato attraverso cessioni di account per accedere alle piattaforme di food delivery dietro la corresponsione al titolare dell'account di una quota percentuale del guadagno giornaliero del lavoratore che effettua materialmente la consegna.
Gli account, registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi, sarebbero gestiti da un “caporale” che poi cede ad altri rider gli accessi in modo che questi materialmente eseguano la prestazione lavorativa della consegna, previa trattenuta di una quota del guadagno giornaliero (dal 20 al 50 per cento) operata dallo stesso caporale, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo.
L’operazione di ieri ha verificato la presenza del fenomeno sull'intero territorio nazionale concentrato soprattutto nel centro-Nord Italia ed interessante esclusivamente lavoratori stranieri: è emerso che l'11% dei rider stranieri lavorano in cessione di account. L'operazione ha interessato 823 lavoratori stranieri in tutta Italia e portato all'accertamento di 23 prestazioni lavorative fornite da persone con permesso di soggiorno irregolare.
Anche Padova è stata coinvolta nell’operazione e per questo i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, unitamente alla Polizia Locale, hanno effettuato controlli dei riders che operano in città. Le forze dell’ordine hanno dichiarato che al momento nessuna irregolarità è stata riscontrata e che i controlli proseguiranno nei prossimi giorni.
“Come Nidil territoriale siamo a conoscenza di questo fenomeno che coinvolge i lavoratori di questo settore, che già sono noti per la mancanza di tutele e di retribuzioni adeguate. Il caporalato prolifera dove c’è iniquità, dove c’è sfruttamento e lavoro sommerso, favorito anche dalle norme che costringono all'illegalità una parte dei cittadini stranieri presenti in Italia.. Per questi motivi noi chiediamo una regolamentazione di questo tipo di lavoratori, soprattutto perché il rapporto di lavoro attraverso l’app sia per quanto riguarda i diritti che i doveri dei lavoratori è iniquo. In un’epoca si tenta di far ripartire rapporti di lavoro che sono basati sulle relazioni uno a uno fra dipendente e azienda, senza la definizione di confini e di regole che invece sono alla base di uno stato di diritto.” Ha dichiarato oggi Mirko Romanato, segretario generale del Nidil di Padova.