Ieri, mattina Gianpietro Pegoraro, coordinatore regionale Polizia Penitenziaria Fp Cgil e Marika Damiani della segreteria Fp Cgil Padova, hanno accompagnato Franca Vanto, della segreteria regionale della Fp Cgil Veneto e Mirko Manna, coordinatore nazionale Polizia Penitenziaria Fp Cgil Padova, ad una visita presso il Due Palazzi, nell’ambito di un tour che i due dirigenti sindacali stanno facendo in queste settimane in tutte le carceri del Veneto, la prima, e italiane, il secondo.
Una situazione carceraria, hanno rilevato entrambi, che risente di tutte le carenze e criticità comuni a tutti i penitenziari sparsi per il territorio nazionale ma sicuramente migliore se paragonata a quella che vivono la stragrande maggioranza di essi, anche quelli poco lontani da qui come ad esempio il carcere di Vicenza.
“I carcere padovano resta il fiore all'occhiello dell'amministrazione penitenziaria del Veneto – ha sottolineato Mirko Manna – in quanto propone molte attività che mirano al reinserimento sociale e alla rieducazione, dispone di strutture in buone condizioni ma ciò nonostante non è esente dalle difficoltà che a livello nazionale interessano l'ambiente carcerario. I numeri parlano chiaro: nella casa di reclusione tra il personale di polizia penitenziaria mancano 54 agenti; sono presenti 600 detenuti su una struttura dalla capienza massima di circa 438 persone; tra il personale amministrativo ci sono solo 20 dipendenti, due dei quali prossimi al pensionamento e, infine, ci sono solo 8 funzionari giuridico-pedagogici (educatori). Una carenza di personale che quindi si ripercuote sulla vita dei detenuti, sulla funzione rieducativa del carcere ma anche sulla salute psico-fisica di chi nell'ambiente ci lavora”.
Conferma Gianpietro Pegorare: “Il personale di polizia penitenziaria lavora in situazione di grande stress e in molti casi gli agenti sono costretti a relazionarsi con detenuti con problemi psichiatrici, nonostante non abbiamo la formazione adatta per farlo. Va poi detto che il regime a celle aperte, che è una misura importantissima, deve essere accompagnato da un'impronta trattamentale, che quindi consenta di occupare i detenuti in attività volte al reinserimento. Sennò perde la sua funzione. Dal canto nostro, come Cgil, chiediamo a gran voce che si investa su politiche volte a promuovere il trattamento nelle carceri. Si sfruttino in questo modo i fondi del Pnrr. È urgente: solo così si potrà abbassare la recidiva e assicurare condizioni di vita più dignitose ai detenuti”.
Il Servizio di Telenordest andato in onda ieri sulla visita della Cgil al 2 Palazzi di Padova