Con l’approvazione definitiva del D.L. “Aiuti” è stata finalmente varata la norma riferita al “fondo per il sostegno al reddito per i lavoratori e le lavoratrici in part time ciclico verticale”, Legge 234 del 31 dicembre 2021, c. 971, vigente per le annualità 2022 e 2023 che prevede l’attribuzione, per una sola volta, di un’indennità una tantum pari a 550 euro.
La platea di riferimento sarà costituita da tutti quei lavoratori dipendenti di aziende private titolari di un contratto di lavoro a tempo parziale ciclico verticale nell’anno 2021 che preveda periodi non interamente lavorati di almeno un mese in via continuativa e complessivamente non inferiori a sette settimane e non superiori a venti settimane.
Tali lavoratori, inoltre, alla data della domanda, non possono risultare titolari di altro rapporto di lavoro dipendente ovvero essere percettori della Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) o di un trattamento pensionistico.
È importante, infine, segnalare che tale indennità non concorre alla formazione del reddito ai sensi del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al DPR 917/86.
L’intervento, che non presenta nessuna caratteristica di strutturalità, risponde tuttavia alle rivendicazioni della Cgil e delle sue categorie. Viene infatti ulteriormente riconosciuta, dopo il positivo intervento sulla copertura contributiva, la specificità di questa categoria di lavoratori che sul piano delle tutele del reddito non ha fino ad ora mai potuto godere di sostegno strutturali e non, diversamente da altri.
Per la CGIL si tratta quindi di una prima risposta che benché positiva, deve rappresentare il via per l’elaborazione di un intervento più ampio e capace di sostenere i redditi dei lavoratori coinvolti costretti a lavori con una programmazione di fermo delle loro attività.
La CGIL e le categorie coinvolte, così come abbiamo rappresentato al Ministro nell’ultimo incontro di merito, sono fin da ora disponibili a partecipare a un tavolo di confronto, come per altro già annunciato dal Ministero, per la definizione di una norma che superi in fretta l’attuale estemporaneità dell’intervento di tutela e che provveda a costruire previsioni di norma organiche a tale specificità, e di ordine strutturale.
Infine, la CGIL ritiene che, nell’ambito di una necessaria ricomposizione dei contratti di lavoro, sia oramai divenuto indispensabile mettere ordine alle diverse problematiche del part-time verticale ed orizzontale che a partire dall’elevata diffusione della sua involontarietà, va sempre più identificandosi quale “lavoro povero”, non dignitoso, e occasione di sfruttamento e che vede coinvolti in modo particolare giovani e donne.
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