La Slc Cgil Veneto denuncia pubblicamente le gravi e persistenti criticità organizzative riscontrate presso il Centro di Smistamento (CS) di Padova di Poste Italiane S.p.A., che mettono a rischio il diritto dei cittadini a ricevere la corrispondenza nei tempi previsti dal Servizio Postale Universale (SPU) e la qualità di un servizio in parte finanziato dallo Stato.
“Stanno succedendo cose molto gravi all’interno del CS di Padova – conferma il funzionario della Slc Cgil Veneto, Stefano Gallo – a partire dalle giacenze prolungate presenti e il caos organizzativo che vi regna. A seguito di una verifica effettuata il 13 novembre 2025, abbiamo riscontrato una situazione allarmante: cassoni pieni di prodotto postale in giacenza da 20-30 giorni, in alcuni casi anche superiore, materiale già fascicolato e pronto per l'inoltro rimasto stazionante oltre le tempistiche di processo previste e, infine, aree di stoccaggio sature che compromettono l'ordinata lavorazione dei flussi”.
"Si tratta di una situazione – attacca il sindacalista della Slc Cgil Veneto – che rappresenta un grave disservizio per utenti, committenti e Pubblica Amministrazione. E non finisce qui: ci è stato anche segnalato un’ulteriore prassi che, se confermata, sarebbe molto grave. Risulterebbe infatti che il materiale in eccesso verrebbe inoltrato verso altri centri (come Milano Roserio e/o centri del Centro Italia), con il fine di ‘alleggerire’ il CS di Padova e far risultare numericamente smaltiti i volumi. Voglio sottolineare che se tutto ciò fosse vero, ci troveremmo davanti ad una possibile violazione degli obblighi di SPU e ad un mancato rispetto dei livelli di qualità fissati dall'AGCOM con il serio rischio che prodotti elettorali o comunicazioni istituzionali possano subire ritardi non tracciati”.
“Inutile aggiungere – prosegue Stefano Gallo – che tali criticità non fanno altro che generare un aumento dei carichi di lavoro con impatti su salute e sicurezza, caos organizzativo e frustrazione tra gli operatori. Per questo motivo abbiamo inoltrato specifiche richieste ai vertici di Poste Italiane, presso la filiale di Padova, a partire da quella di una verifica immediata delle giacenze e delle cause che le hanno generate. Poi vogliamo maggiori informazioni e chiarezza sui flussi deviati verso altri centri e sui criteri adottati, chiediamo un piano straordinario per lo smaltimento del materiale arretrato e, infine, esortiamo Poste Italiane ad adottare linee di comunicazione trasparenti sui livelli di qualità del servizio. E sia chiaro: in assenza di un riscontro risolutivo, porteremo la situazione all'attenzione degli organi competenti”.
“La situazione che si è generata all'interno del CS di Padova – conclude Stefano Gallo – è molto grave e crea un danno per i cittadini, oltre che non fornire un servizio per cui Poste è pagata dallo Stato, proprio al fine di garantire quel servizio. Il problema è la mancanza cronica di personale e l’ormai consolidata prassi di dare precedenza al pacco, vale a dire al privato. In sostanza succede che Amazon è diventato servizio essenziale e ha sostituito le vere funzioni per cui Poste Italiane viene sovvenzionata dallo Stato. La conseguenza sono gli intasamenti nei Centri di Distribuzione (CD) di recapito di tutta la regione dove nelle aree in cui operano i portalettere arrivano quintali di posta oberando in questo modo lavoratrici e lavoratori con carichi di lavori impossibili da svolgere. E questo perché anche dentro ai CD di recapito si dà la precedenza alla distribuzione dei pacchi piuttosto che della corrispondenza. E il risultato finale è il caos quotidiano".