Pagina de il Mattino di Padova dedicata al tema degli infortuni e morti sul lavoro con un’analisi, in particolare, su quel che sta avvenendo nel territorio padovano. Nei primi 7 mesi del 2022 sono state 4 le morti registrate in un ambiente di lavoro, contro le 7 avvenute nello stesso periodo dell’anno precedente. Per quel che riguarda le denunce di infortunio, i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, tratti dall’Inail, evidenziano che, sempre nei primi 7 mesi del 2022, sono state 8.758 a fronte delle 7.022 di quelle registrate nello stesso periodo del 2021. Sostanzialmente sono stati 1736 gli infortuni in più nei primi 7 mesi del 2022.
Dice Dario Verdicchio, segretario confederale della Cgil di Padova con delega alla sicurezza sul lavoro:
“È vero che le statistiche evidenziano un numero minore di morti sul posto di lavoro, ma è altrettanto vero che assistiamo a un considerevole aumento delle denunce di infortunio che ci spinge a fare un ragionamento più approfondito sui numeri che abbiamo di fronte. E la verità è che assistiamo ad un loro aumento del 24%”.
“È chiaro che meno morti ci sono e meglio è, ma l'elevato numero di denunce per infortunio ci dice che le cose non stanno andando per il verso giusto – prosegue il sindacalista – visto che le statistiche a primo impatto sembrano rendere meno drammatico ed evidente il fenomeno, ma è proprio in virtù del costante aumento degli infortuni sul posto di lavoro che il fenomeno sussiste e questo deve essere un campanello d'allarme. Se ci sono più persone che si infortunano vuol dire che i rischi correlati alla prestazione lavorativa non sono assolutamente diminuiti. Gli stessi rischi che, poi, possono causare esiti fatali”.
“Accanto a questo – sottolinea Verdicchio – vanno considerati altri due elementi. Il primo è che il numero delle denunce per infortunio con esito mortale tiene conto solo dei decessi avvenuti sul posto di lavoro e non di quelli "in itinere", ovvero al di fuori dei luoghi in cui viene svolta l'attività lavorativa (nel tragitto casa-lavoro ad esempio). Se si prendessero in considerazione i dati relativi anche ai decessi in itinere gli infortuni con esito mortale nel periodo tra gennaio e luglio 2022 salirebbero a 9 (erano 8 lo stesso periodo del 2021). Quindi non si potrebbe parlare di una diminuzione delle morti sul lavoro”.
“Il secondo elemento – continua Verdicchio – che va considerato è anche che i dati Inail, da cui derivano le statistiche del Vega, fanno riferimento solo ai lavoratori e alle lavoratrici che sono assicurati ai rischi di infortunio e che hanno firmato un regolare contratto. Questo significa che se un lavoratore è in nero non compare nelle statistiche dell'Inail e ne deriva, quindi, che i numeri delle statistiche ufficiali sono al ribasso”. È questo il caso dei quattro braccianti agricoli morti sulla Postumia di San Pietro in Gu a fine dello scorso maggio, i cui decessi non compaiono appunto in nessuna statistica ufficiale.
L'obiettivo della Cgil è da sempre zero morti sul lavoro. Ma per raggiungerlo, secondo Dario Verdicchio, è necessario un radicale cambiamento sul piano culturale e un impegno costante sul territorio: “Nel Padovano siamo impegnati nell'affiancamento, nella valorizzazione e nella formazione dei nostri Rsl e Rlst che sono figure fondamentali all'interno dei luoghi di lavoro perché favoriscono il dialogo tra lavoratori, azienda e sindacato”.
La conclusione, in riferimento alle eminenti elezioni politiche, non può che essere amara: “In Italia si continua a morire di lavoro e questo non è accettabile. Come non è accettabile che questa urgente tematica sia uscita completamente dall'agenda politica della campagna elettorale di qualsiasi coalizione e partito”.