È stata un’intera giornata di sciopero nazionale, quella di ieri, lunedì 30 ottobre, per i dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro di tutto il suolo nazionale, la terza nell’ultimo anno e mezzo, segno che i problemi non nascono certo oggi e il personale ha raggiunto un alto grado di esasperazione. Uno sciopero che – fanno sapere dalla FP Cgil Nazionale – nonostante i tentativi di boicottaggio, ha raggiunto un’ottima partecipazione dei lavoratori, con un’adesione media nazionale superiore al 60%, con picchi dell’80-90%. È la migliore risposta a chi ha provato fino all’ultimo momento di rassicurare che tutto fosse in via di risoluzione”. A Padova, dove i dipendenti sono 42 (con circa 85 mila aziende, in teoria, da controllare) i problemi sono tanti a partire dal fatto che tra di loro ce ne sono 14 che sono stati assunti negli ultimi mesi e che non sono assolutamente messi nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro. Questo perché non hanno una postazione, una scrivania, né un computer e figurarsi un collegamento internet e tutto questo in una sede, sita in Piazza De Gasperi, assolutamente inadeguata e che non lascia spazio a nessun tipo di privacy. Per questo motivo, qualche settimana fa le lavoratrici e i lavoratori aderenti a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa hanno svolto un’assemblea che ha approvato un documento finale con tutte le richieste del personale e che nella giornata di sciopero di ieri, tramite una delegazione composta da Alessandra Stivali della Fp Cgil Padova, Andrea Ricci della Cisl Fp Padova e Rovigo e Dario Lodico di Uil PA Padova, è stato consegnato al Vice Prefetto Vicario Dr Enrico Fameli con la promessa che verrà recapitata anche alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone.
“In questo momento abbiamo 42 ispettori – ha spiegato Alessandra Stivali, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Padova – che, in teoria, sono un numero congruo. Però esiste un grosso problema e cioè che non si tratta di un numero sicuro perché il concorso pubblico è nazionale, quindi spesso vengono chiamati ispettori da altre parti d'Italia che il più delle volte hanno la famiglia e la vita in altre regioni e, di conseguenza, in poco tempo chiedono il trasferimento. Si verifica quindi sistematicamente una criticità paradossale: si prende il personale e lo si perde subito dopo”.
“L'Ispettorato del lavoro oggi è un'Agenzia del lavoro nazionale con sedi territoriali – continua Stivali – mentre prima faceva parte del Ministero. Questo ha determinato che una parte importante del personale ha avuto una netta riduzione stipendiale. Il carico di lavoro tuttavia non è diminuito, anzi diventa di giorno in giorno più complesso. Secondo le ultime circolari gli ispettori dovrebbero fare anche prevenzione e verifica sanitaria, che invece sarebbe un compito dell'Usl e dello Spisal. A nostro avviso c'è molta confusione anche dal punto di vista delle mansioni e questo rende tutto più complicato. Grosso fattore di scontro è la mancata perequazione dell'indennità di amministrazione da gennaio 2022 a dicembre 2022 e il mancato riconoscimento dell'indennità di funzione. Una cifra che si aggira tra i 5000 e i 6000 euro. In definitiva, riteniamo assurdo che proprio gli Ispettori del Lavoro, cui spetta il compito di prevenire gli incidenti sul lavoro e far rispettare le regole amministrative alle aziende, siano costretti ad operare in condizioni simili. Non è semplicemente da paese civile”.