Cgil Padova, Cisl Padova e Rovigo, Uil Padova: “Un passo importante destinato a cambiare notevolmente l’assetto organizzativo e pianificatorio degli interventi sociali nella nostra Regione, da sostenere però con maggiori risorse”
“Auspicabile l’avvio di un confronto preventivo per il passaggio dei dipendenti agli ATS. Condivisibile l’emendamento approvato in Consiglio Regionale che esclude la possibilità di trasformare gli ATS in Società per Azioni”
Giudizio cautamente positivo quello delle Segreterie Territoriali padovane di Cgil Cisl e Uil, rappresentate rispettivamente da Manuela De Paolis, Stefania Botton e Massimo Zanetti, dopo l’approvazione del progetto di legge in Consiglio Regionale Veneto sulla riforma dell’assetto organizzativo e pianificatorio degli interventi e dei servizi sociali sul territorio regionale.
“Una riforma che accogliamo positivamente – dicono CGIL CISL e UIL della Provincia di Padova – perché consentirà di raggiungere gli obiettivi di gestione associata e integrata delle funzioni socio-assistenziali e garantire così l’effettiva erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) e dei livelli essenziali di assistenza (LEA), insieme alla gestione multidimensionale dei bisogni, all’omogeneità dell’accesso alle prestazioni in tutto il territorio regionale e, in definitiva, al superamento dell’attuale frammentazione istituzionale e organizzativa”.
“Una riforma che riguarda tutte le persone e famiglie del Veneto – proseguono Manuela De Paolis, Stefania Botton e Massimo Zanetti – che si trovano in una situazione di fragilità o che esprimono un bisogno sociale. Situazioni che, prima o poi, possono capitare a tutti: basti pensare a un banale intervento chirurgico, causato da un infortunio, che preveda un successivo periodo di non autosufficienza con necessità di riabilitazione”.
“Per questo – prosegue la nota unitaria di Cgil Cisl e Uil – saranno i Comitati dei Sindaci a gestire le funzioni socio-assistenziali in forma associata tramite gli ATS (Ambiti Territoriali Sociali), in collaborazione con le Aziende Locali Socio Sanitarie. Il progetto di legge regionale dà indicazioni rispetto alla forma giuridica degli ATS. In questo senso, riteniamo importante che siano i Comitati dei Sindaci ad individuare la forma associativa più adatta alla gestione dell’Ambito, in base alle peculiarità del territorio, al numero e alla dimensione degli enti afferenti all’Ambito. Questo, sia in un’ottica organizzativa, che vede attualmente situazioni molto diverse nel territorio provinciale (comuni con delega all'ULSS 6, comuni con gestione diretta, comuni con gestione esternalizzata), sia in un’ottica di gestione finanziaria”.
“Accanto a questo – aggiungono i tre rappresentanti sindacali – non possiamo non rilevare che le risorse stanziate dalla Regione Veneto, seppur aumentate rispetto al livello iniziale, non appaiono adeguate ad accompagnare una riforma di tale portata. È anche per questo motivo che si dovrà porre particolare attenzione alla forma giuridica dell’ATS. Alcune forme associative possono essere più onerose in quanto, costituendo un nuovo soggetto con personalità giuridica come i consorzi e le aziende speciali, si viene a creare un nuovo ente con un direttore, un bilancio proprio, una struttura organizzativa con personale, sia tecnico che amministrativo. Le convenzioni, nei casi ritenuti più idonei, consentirebbero di evitare la creazione di un nuovo ente e di ottimizzare le risorse”.
“Infine – concludono Manuela De Paolis, Stefania Botton e Massimo Zanetti - altro tema che sarà bene monitorare ed accompagnare, è quello relativo al passaggio del personale tecnico e amministrativo agli ATS che attualmente risultano essere dipendenti ULSS, o dei Comuni, o anche del privato sociale, con applicazione di trattamenti economici e giuridici diversi. In un’ottica futura, sarà auspicabile avviare un’uniformità di trattamento, ossia arrivare ad applicare a tutti lo stesso contratto di lavoro. In questo senso, riteniamo quindi necessario prevedere un confronto preventivo con le Organizzazioni Sindacali ai fini di preservare le carriere, nonché tutelare i livelli salariali e i diritti contrattuali acquisiti. Diamo atto che la Regione Veneto, con un emendamento approvato nella seduta del Consiglio del 26 marzo, ha escluso la possibilità di trasformare gli ATS in Società per Azioni, condividendo il nostro obiettivo di garantire una gestione a totale controllo pubblico della funzione socio-assistenziale”.
Il Servizio di Antenna 3 sulla manifestazione della FP Cgil a margine dell'approvazione in Consiglio Regionale della Riforma dei Servizi sociali con l'introduzione degli ATS