Concluso il corso sulla sicurezza promosso da Sindacati Confederali, Ispettorato Territoriale del Lavoro e Spisal dell’Ulss 6 Euganea e finanziato tramite le sanzioni comminate a quei datori di lavoro che non rispettano le norme per la sicurezza sul lavoro
Cgil Cisl e Uil: “I numeri sugli infortuni e sulle malattie professionali ci dicono che la formazione, e quindi gli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza), sono il primo mattone per costruire una vera cultura della sicurezza negli ambienti di lavoro, tema che purtroppo la politica sta affrontando solo con slogan e misure che non incidono efficacemente su questa autentica strage quotidiana”
Si è tenuto stamane, presso la hall “Alba e Luigi Tono” della Casa di Riposo Opera Immacolata Concezione Onlus (OIC) di Padova, l’incontro conclusivo del corso di formazione per sindacalisti e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) concentrato a spiegare le funzioni, gli strumenti e l’attività del preposto alla sicurezza, quella particolare figura all’interno dei luoghi lavorativi che nella sua quotidianità deve controllare che, sotto il profilo della sicurezza, tutto sia in ordine a partire dalla correttezza dell’operato dei colleghi nel condurre e portare a termine le proprie mansioni. Un incontro – a cui erano presenti i circa 60 corsisti che al termine hanno ricevuto l’attestato di frequenza – introdotto dai saluti del padrone di casa ossia del Direttore Generale dell’OIC, Fabio Toso che ha spiegato le buone pratiche in tema di sicurezza sviluppate nelle Case di riposo della Fondazione e dal vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, venuto a portare i saluti dell’Amministrazione Comunale. Ad intervenire successivamente – moderati da Giovanni Simioni, il responsabile del progetto didattico – il nuovo direttore dello Spisal dell’Ulss 6 Euganea, Stefano Ferrarese, che ha sottolineato l’importanza di sviluppare nelle aziende un clima di concertazione invece che di contrapposizione per la risoluzione dei problemi e dei rappresentanti di Cgil Cisl e Uil, nell’ordine il Segretario Confederale della Cgil di Padova, Marco Galtarossa, la Segretaria Confederale della Cisl di Padova e Rovigo, Francesca Pizzo e del Coordinatore della Uil di Padova, Massimo Zanetti.
Il Progetto didattico di formazione sulla sicurezza (denominato “Il Preposto 2.0”) nasce nel 2018, dopo l’incidente alle Acciaierie Venete, ed è finanziato dall’Ulss 6 Euganea tramite i proventi derivati dalle sanzioni comminate a quegli imprenditori che non hanno rispettato le norme sulla sicurezza. Durante la mattinata sono anche intervenuti alcuni frequentanti del corso che hanno raccontato la loro esperienza e di come, quanto appreso, abbia inciso concretamente, in tema di sicurezza, nei propri ambienti di lavoro. La consegna degli attestati è quindi diventata un’occasione per riflettere a voce alta su quanto sia importante questo tema, quanto incida nella vita delle persone e delle famiglie e, soprattutto, quanto ancora ci sia da fare, non solo per sconfiggere il problema, ma anche solo per iniziare ad aggredirlo. Ed è quello che hanno sottolineato nei loro interventi i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil che nella loro relazione, non a caso, sono tutti partiti dai numeri, perché molto più efficaci delle parole a descrivere le dimensioni del problema.
“Da uno studio svolto dalla Cisl Veneto sugli ultimi 10 anni – ha infatti detto Francesca Pizzo della Cisl di Padova e Rovigo – emerge chiaramente come nel corso di tutto questo tempo, nella nostra Regione le cifre di morti e infortuni siano rimasti sostanzialmente invariati: c’erano stati 123 morti nel 2013, 129 nel 2022 e 101 nel 2023. Sono cifre implacabili e ogni azione che cerca di smuoverle non può che essere la benvenuta. Il punto è che in alcune realtà, penso per esempio nell’artigianato, in materia di sicurezza mancano proprio le minime basi: i corsi di formazione non vengono fatti anche se ai lavoratori, spesso stranieri inconsapevoli, viene detto di firmare il foglio che attesta che li hanno frequentati. E anche nel mondo degli appalti sono tante le zone grigie dove la sicurezza viene aggirata e i risultati li vediamo”.
“Proteggere le persone negli ambienti di lavoro – ha sottolineato Marco Galtarossa della Cgil di Padova – dovrebbe essere una priorità non solo delle aziende ma anche della politica. Invece quel che succede è che il tema della sicurezza diventa importante quando succede un grosso incidente, dove spesso sono coinvolti lavoratori precari e in appalto, se ne parla due, tre giorni, il Governo promette soluzioni mirabolanti ma poi tutto torna come prima. E a dire che non cambia niente sono le cifre. A partire da quelle dell’Inail che anche in Veneto ci dicono che nel 2023 gli infortuni sono aumentati del 2,8% come pure sono aumentate le denunce di infortunio e le domande di riconoscimento di malattie professionali. E questi sono dati Inail che non tengono conto di chi lavora in nero, delle partite IVA, dei pensionati e dei lavoratori nelle forze armate. Davanti a tutto questo la politica è di una lentezza esasperante e si guarda bene dal prendere decisioni drastiche che invertano la tendenza”.
“Se è vero – ha concluso Massimo Zanetti della Uil Padova – che ogni problema ha una soluzione allora anche questo deve averla. E la soluzione la deve trovare la politica. E bastano i numeri ad indicarcene qualcuna. Per esempio in provincia di Padova ci sono 106.804 imprese. L’Ispettorato del Lavoro di Padova è composto da 33 Ispettori, significa che un’impresa può avere un controllo ogni 17 anni. A livello nazionale il rapporto sale a un controllo ogni 24 anni. In Germania, tanto per citare un paese non tanto dissimile dal nostro sia in termini di popolazione che di attività manifatturiera, gli ispettori del lavoro sono 4 volte tanto. E non parliamo degli ispettori Spisal, il cui confronto è ancora più imbarazzante. E anche la legislazione è decisamente più severa, qui di fatto le sanzioni sono una carezza. Per questo come sindacati chiediamo pene più severe e sanzioni più aspre, vogliamo l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e che venga istituita una Procura Speciale che si dedichi esclusivamente alle morti sul lavoro. Sono più di 1000 all’anno, 3 al giorno, non si può andare avanti così”.
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