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Rinnovo CCNL UNEBA, ieri il presidio unitario davanti all'OIC di Padova: "Vogliamo un salario dignitoso"

Un presidio partecipato e rumoroso. É quanto accaduto ieri mattina, martedì 10 settembre, davanti all'OIC (Opera Immacolata Concezione) di Padova, dove le lavoratrici e lavoratori che operano negli Istituti Socioassistenziali, Sociosanitari ed Educativi della provincia che applicano il CCNL UNEBA, si sono dati appuntamenti per manifestare il proprio disappunto verso l'associazione datoriale su come stanno andando le trattative per il rinnovo del loro Contratto Nazionale, da lunghi mesi ad un punto morto. Una situazione insostenibile che ha portato FP Cgil, Cisl FP, Fisascat Cisl, Uil FPL e Uil TuCS a proclamare unitariamente una mobilitazione nazionale, costituita da presidi e assemblee territoriali, e uno sciopero nazionale indetto per il prossimo 16 settembre.

La scelta del luogo della protesta, come avvenuto nelle altre province venete nei giorni scorsi, è stata dettata dall'importanza che riveste l'OIC all'interno dell'associazione di categoria UNEBA, essendo la Fondazione più grande nella Pronvincia di Padova in cui viene applicato questo Contratto. Un CCNL applicato a circa duemila operatori (OSS, infermieri, fisioterapisti ecc) e che nelle intenzioni della sigla di categoria che rappresenta i datori di lavori dovrebbero avere un aumento di soli 50 euro lordi (35 netti) a valere sulle annualità 2020, 2021, 2022, 2023, per di più riassorbibili da eventuali accordi territoriali successivi. Una cifra assolutamente insufficiente a compensare la perdita del potere di acquisto dei salari dovuta alla forte inflazione degli ultimi anni. "Una proposta indecente" è stato il giudizio unanime dei sindacati che non solo è stata rispedita al mittente ma che ha causato anche la reazione spontanea di molte lavoratrici e lavoratori - circa 150 quelli presenti ieri al presidio - che il prossimo lunedì 16 settembre parteciperanno allo sciopero nazionale e alla protesta programmata a Padova sotto la sede di UNEBA in via Vescovado"

"L'aumento proposto da UNEBA - fanno sapere i sindacati - è circa un terzo rispetto a quanto ottenuto nel rinnovo del CCNL Cooperative Sociali e non è un caso che che molti dipendenti siano andati a lavorare in strutture dove applicano quel contratto. Non dimentichiamo che stiamo parlando di stipendi poco superiori ai mille euro, dove 100 euro in più o in meno fanno la differenza. E a percepirli sono lavoratrici e lavoratori che svolgono una fondamentale opera di assistenza verso gli anziani, i disabili, i più fragili. Durante il Covid erano chiamati eroi, adesso invece vengono considerati l'ultima ruota del carro. Non è accettabile".

"Tutto ciò - concludono i sindacati - non può che provocare una generale fuga da questo tipo di lavoro con tutto quel che ne consegue sulla qualità della vita degli utenti. Non a caso, nella maggior parte delle strutture assistiamo ad una generale e grave carenza di personale. E non solo: sono tante anche le malattie professionali sviluppate di chi resta al lavoro: sindromi al tunnel carpale, ernie al disco, esaurimenti nervosi e sintomi di burnout. UNEBA non può continuare ad ignorare tutto questo. E lunedì 16 settembre continueremo a urlarlo sotto la loro sede". 

Il servizio di Telenordest sul presidio di ieri davanti all'OIC di FP Cgil, Cisl FP, Fisascat Cisl, Uil FPL e Uil TuCS

 

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