Si tratta degli Uffici Postali di Abano-Bagni, Limena, Montagnana, Selvazzano e Vigonza: rimarranno definitivamente aperti solo il mattino
Cgil: “L’ennesima riduzione dei servizi. Una scelta che non tiene conto delle esigenze dei territori e determinata solo dalla generale carenza di personale”
“Un ulteriore colpo alla qualità dei servizi. E temiamo che sia solo l’ultimo di una lunga serie di cui non vediamo la fine. Ma le comunicazioni che abbiamo ricevuto sono certe: diversamente da come ci era stato comunicato in un primo tempo, 5 uffici postali nella provincia di Padova vedranno confermato il passaggio al mono-turno, ossia continueranno a rimanere chiusi al pubblico il pomeriggio e cesseranno anche i servizi di consulenza. La chiusura pomeridiana era una misura che era stata introdotta con l’esplosione della pandemia da Covid e che, secondo quanto ci avevano riferito, era assolutamente temporanea e dettata esclusivamente da motivi sanitari. Funzionavano solo i servizi di consulenza finanziaria, per appuntamento, ma la notizia è che tra poco chiuderanno anche questi. E pensare che noi speravamo che ci comunicassero il ritorno al doppio-turno”.
A dirlo Marianna Cestaro, Segretaria Confederale della Cgil di Padova e Stefano Gallo, funzionario di Slc Cgil Veneto, che proseguono: “L’assist per questo ulteriore riduzione del servizio è stata fornita dalla delibera n 115/24/Cons dell'Agcom con cui è stato approvato il piano di razionalizzazione degli uffici postali per l’anno 2024 e ad essere coinvolti saranno gli uffici postali di Abano-Bagni, Limena, Montagna, Selvazzano e Vigonza. Una scelta di Poste Italiane che non tiene minimamente conto delle esigenze dei territori, dell’alto numero di residenti di alcuni comuni (per esempio a Selvazzano la popolazione è superiore ai 20 mila abitanti) e che continuerà a creare dei prevedibili disagi ai cittadini, soprattutto in quei Comuni dove ad essere chiuso di pomeriggio è l’unico ufficio postale presente (Limena, Montagnana e Vigonza). Ed è una scelta, tocca ripeterlo per l’ennesima volta, dettata esclusivamente dalla carenza di personale che si registra un po’ ovunque. Ma a Poste Italiane la scelta del management è semplicemente quella di ridurre il servizio. Una cosa inaccettabile”
“E non è che nel frattempo – insistono i due sindacalisti – si stia cercando di potenziare il servizio in qualche altro sito: no, chiudono definitivamente e basta. Questo significa, per esempio, che i cittadini di Montagnana, i pomeriggi, dovranno continuare ad andare ad Este se avranno bisogno dei servizi di Poste Italiane. Sono più di 15 chilometri, quasi mezz’ora d’auto: non si può negare che sia un disagio. Ma a Poste Italiane non interessa se le ricadute delle sue scelte cadono tutte sulla cittadinanza, in particolare di chi vive in Provincia”.
“Inutile aggiungere – concludono Marianna Cestaro e Stefano Gallo – che una riduzione degli orari di servizio comporta anche, di riflesso, una riduzione del personale nonostante quel che dice Poste Italiane. E questo nonostante la grave carenza che già si registra in molti uffici postali, dove non è raro che ad essere presente ci sia un unico dipendente, il Direttore. Un quadro desolante mentre all’orizzonte non si vede nessun piano industriale degno di questo nome, ma solo quella che loro chiamano ‘razionalizzazione”. Che invece non è altro che una semplice riduzione dei servizi”.