Si è svolto ieri, lunedì 23 settembre, il presidio organizzato dalle segreterie regionali di Fp Cgil Veneto, Cisl Veneto e Uil Fpl Veneto davanti alla Casa di Cura di Abano Terme, in adesione allo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata. La mobilitazione è stata indetta a livello nazionale per rivendicare migliori condizioni di lavoro e il rinnovo del contratto collettivo per i dipendenti del settore. Si tratta dei contratti ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata), dal 2019 anni in attesa di rinnovo. Accanto a loro anche i lavoratori delle strutture extraospedaliere che applicano i Contratti Collettivi Nazionali di lavoro AIOP-RSA ed ARIS RSA. Due contratti non rinnovati da oltre 12 anni e che le due Associazioni Datoriali si erano impegnate a riunificare (in un unico Contratto di settore) e a rinnovare entro il mese di giugno 2024. Tutte parole al vento, nulla di ciò è avvenuto.
La scelta del luogo del presidio non è stata certo casuale: proprio davanti alla Casa di Cura di Abano Terme sono state rimosse dalle ringhiere le bandiere di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL messe durante lo stato di agitazione e i dirigenti della struttura non hanno convocato, al pari di altre strutture, le Organizzazioni Sindacali che avevano chiesto l’incontro per la definizione dei minimi assistenziali in caso di sciopero.
Il presidio ha visto una partecipazione significativa, con circa un migliaio di lavoratrici e lavoratori della sanità privata che hanno manifestato il loro malcontento per una situazione contrattuale che li vede bloccati ormai da troppo tempo. I sindacati hanno sottolineato come, nonostante l’impegno quotidiano del personale sanitario, soprattutto durante l’emergenza pandemica, le condizioni salariali e normative siano rimaste insoddisfacenti, spesso in netto contrasto con i carichi di lavoro sempre più pesanti.
“Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata meritano lo stesso rispetto e riconoscimento dei colleghi del pubblico - hanno dichiarato Fp Cgil Veneto, Cisl Fp Veneto e Uil Fpl Veneto - e chiedono un rinnovo contrattuale che riconosca pienamente i loro diritti, a partire da una retribuzione adeguata e da condizioni di lavoro sicure e dignitose.”
Al centro delle rivendicazioni, infatti, c’è l’aggiornamento dei CCNL applicati nelle 27 strutture accreditate che aderiscono ad ARIS (religiose) e AIOP (Associate a Confindustria), con il coinvolgimento, in Veneto, di oltre 8.000 lavoratori che non vedono rinnovato il loro Contratto Nazionale di Lavoro dal 2019. Oltre 6 anni di mancato rinnovo, con un’inflazione alle stelle, che penalizza pesantemente le condizioni di lavoro e quelle economiche per migliaia di lavoratori dipendenti in tutto il Paese. Fermo invece al 2012 il contratto relativo alle RSA private. Parliamo di un sistema ospedaliero convenzionato che occupa 3.118 posti letto nel padovano e 17.283 complessivi in Veneto. Nonostante i ripetuti appelli e tavoli di trattativa, le organizzazioni datoriali continuano a ritardare l’accordo, lasciando lavoratrici e lavoratori senza un adeguato riconoscimento economico e contrattuale.
Accanto a questo, FP Cgil Veneto, Cisl Fp Veneto e Uil Fpl Veneto hanno anche espresso preoccupazione per il protrarsi di una situazione che rischia di compromettere ulteriormente la qualità dei servizi offerti dalle strutture sanitarie private, che svolgono un ruolo complementare essenziale al sistema pubblico.
“Non si tratta solo di una questione economica, ma anche di dignità professionale - hanno dichiarato - e il nostro obiettivo è ottenere il giusto riconoscimento per chi, ogni giorno, garantisce cure e assistenza sanitaria di qualità.
La protesta di Abano Terme si è inserita in una più ampia mobilitazione nazionale che ha coinvolto numerose città italiane, con presidi e scioperi davanti a ospedali e case di cura private. Le sigle sindacali non escludono ulteriori azioni di lotta se non verranno accolte le loro richieste. Nel frattempo, il dialogo con le controparti datoriali rimane in stallo, mentre la frustrazione dei lavoratori continua a crescere.
L'adesione allo sciopero è stata alta, con punte che hanno toccato l'80%. L'auspicio è che il forte segnale sia giunto alle parti datoriali e le induca a sbloccare le trattative e arrivare finalmente a un accordo equo.
Il filmato del Mattino di Padova sul presidio di ieri davanti alla Casa di Cura di Abano