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La difficile situazione delle O.S.S. della Cooperativa Eurotrend Assistenza scrl dopo l’internalizzazione del Centro di Riabilitazione dell’Ospedale di Conselve .

A vuoto l'ultimo incontro sindacati e rappresentanti della Cooperativa che rimane intenzionata a non trovare una soluzione che consenta alle lavoratrici di poter accedere alla Naspi e costringendole a trasferimenti ad oltre 500 km dalla residenza.

I sindacati non ci stanno: “La situazione in cui sono finite le 15 Operatrici Socio Sanitarie dell’Eurotrend Assistenza Scrl è intollerabile. Promettiamo battaglia in ogni sede per farle uscire dallo stallo in cui sono precipitate dopo più di 20 anni di onorato servizio. Le Istituzioni intervengano per sanare la profonda ingiustizia causata ai loro danni dal comportamento della Cooperativa Eurotrend” 

Nubi nere all'orizzonte sul destino delle quindici Operatrici Socio Sanitarie che dal 1° aprile si ritroveranno collocate a 0 ore dalla Cooperativa Eurotrend Assistenza Scrl, dopo che da quella data il servizio che svolgevano per il Centro di Riabilitazione dell’Ospedale di Conselve verrà internalizzato dalla struttura sanitaria stessa, in seguito alla decisione presa in questo senso dall’Ulss 6 Euganea.

“Un’ulteriore beffa – dicono Roberta Pistorello, Segretaria Provinciale della Fp Cgil di Padova, Franco Maisto della Segreteria Cisl Fp di Padova Rovigo e Antonio Imbriani della Uil Fpl di Padova   – considerato che siamo sempre stati favorevoli all’internalizzazione dei servizi, a patto che però vengano internalizzati anche i dipendenti, cosa che in questo caso non potrà succedere dato che la loro assunzione potrebbe avvenire solo tramite concorso. Siamo comunque di fronte ad una grave ingiustizia, considerato che molte di queste OSS lavorano nel Centro da quando ha aperto, ossia ormai una ventina di anni fa. E purtroppo non è neanche l'ultima di ingiustizia”.

“La situazione – proseguono i tre sindacalisti – è resa ancora più difficile dall’atteggiamento assolutamente spregiudicato e privo di qualsiasi senso morale che sta dimostrando la Cooperativa nei confronti di queste dipendenti. Da un lato non vuole licenziarle perché non è in grado, sostanzialmente, di versare i contributi per la Naspi (l'indennità mensile di disoccupazione), dall'altro lato, non è però neanche in grado di collocarle in altre strutture per cui la loro soluzione si chiama “Forza lavoro disponibile a 0 ore”, cioè sei assunta ma non lavori e quindi non ti pago. Facile, no?”.

“Un percorso apparso subito in salita – continuano – e che non ha lasciato molto spazio alla consueta dialettica sindacale. Negli incontri sono state richieste le fondamentali garanzie per consentire alle lavoratrici di accedere agli ammortizzatori sociali e di vedersi pagate ferie ed altre spettanze, salvo scoprire che l'azienda non intende nemmeno riconoscere gli istituti previsti dalla Costituzione per via di non meglio precisate difficoltà finanziarie. Eppure l'Ulss 6 ha sempre pagato le fatture per i servizi alla Coop. Sarà nostra cura agire presso le Sedi istituzionali competenti per far riconoscere le spettanze a chi ha lavorato, tenuto conto degli enormi sacrifici solo nell'ultimo anno COVID dove venivano ricoverati a Conselve molti ex pazienti provenienti dall'Ospedale di Schiavonia”

“E pensare – proseguono i tre – che all'inizio della trattativa, la loro proposta era stata: trasferiamo tutte le 15 operatrici in una struttura simile a Casale di Scodosia, poco lontano. Però poi abbiamo scoperto che là, i posti disponibili erano al massimo 4, poi risultati 2. E le altre 13? Le altre 13, secondo loro, possono andare a lavorare in una struttura vicino a dove la Cooperativa ha la sua sede, vale a dire in Piemonte, a Biella. Addirittura hanno inviato le comunicazioni scritte in cui propongono alle OSS di andare a lavorare in un Istituto per Anziani a Moncalieri! E hanno anche detto che se non accetteranno la proposta verranno collocate in Forza lavoro disponibile a Zero Ore. In attesa di futuri appalti prossimi che vengono vagheggiati”.

“Secondo loro – puntualizzano – questo gli è permesso in virtù del fatto che le OSS in questione, non sono semplici dipendenti ma sono socie-lavoratrici. Come se non sapessimo che furono costrette a questa condizione se volevano continuare a lavorare quando Eurotrend Assistenza subentrò in appalto per la gestione del Centro Riabilitativo. Cosa che peraltro succede spesso nelle Cooperative. È questo che fa indignare: chiedono sempre sacrifici ai lavoratori (per esempio, solo in questi giorni le OSS stanno ricevendo le quote della tredicesima e hanno le ferie congelate), ti costringono, se vuoi mantenere il lavoro, a diventare socio-lavoratore e poi ne approfittano come succede adesso”.

“Noi promettiamo battaglia in ogni sede – concludono Antonio Imbriani, Roberta Pistorello e Franco Maisto – però chiediamo anche l'intervento delle istituzioni, a partire dalla Regione Veneto. Ricordiamo che diverse operatrici sono in questo Centro fin dal suo inizio, assunte dall’allora Cooperativa Now, promossa dalla stessa Regione. Si tratta di lavoratrici con parecchi anni di anzianità, difficili da ricollocare nel mondo del lavoro alla loro età, cosa che se anche volessero provare a tentare richiede tempo e la necessità di qualche sostegno economico, come la Naspi, per esempio. Il fatto che non vi possano accedere è un ulteriore ingiustizia che va assolutamente sanata.”.

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