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RESTIAMO UMANI, non voltiamoci dall'altra parte

Domani, sabato 10 aprile, fila umana da Palazzo Moroni a Piazza Garibaldi contro i respingimenti nella rotta balcanica e per dire TUTTE LE VITE VALGONO #RottaBalcanica #NoRespingimenti

Palma Sergio, Segreteria Confederale Cgil: “Un’altra iniziativa nata con lo scopo di tenere viva l'attenzione su quanto sta avvenendo nei balcani, a pochi chilometri da noi. RESTIAMO UMANI, non voltiamoci dall'altra parte”.

Una nuova iniziativa – una fila umana che da Palazzo Moroni, sede del Municipio, si snoderà fino a Piazza Garibaldi –   sabato 10 aprile 2021, dalle 11.00 alle 12.00, vedrà in piazza la Cgil di Padova, Assopace, Donne in Nero e le associazioni e i cittadini che nei giorni scorsi hanno partecipato alla “staffetta del digiuno” lanciata, ancora lo scorso 17 gennaio, dalla Rete Dasi (Rete per i Diritti, l'Accoglienza e la solidarietà internazionali del Friuli Venezia Giulia) per rompere il silenzio sulla situazione dei migranti lungo la rotta balcanica: fame, freddo, respingimenti a catena, spesso violenti, a volte crudeli, ai confini di Croazia, Slovenia, Italia (questi ultimi ora momentaneamente sospesi).

“Dopo aver promosso – dice Palma Sergio della Segreteria Confederale della Cgil di Padova – insieme ad altri preziosi compagni di viaggio, “la staffetta del digiuno” anche nel nostro territorio, coinvolgendo una cinquantina di padovani, abbiamo deciso domani di fare una fila umana (con tutti naturalmente debitamente distanziati e muniti di mascherina) per continuare a tenere viva l'attenzione sulla tragedia umana che si sta consumando lungo la “cosiddetta” Rotta Balcanica dove sono bloccate da mesi migliaia di persone in fuga da guerra e miseria”.

“Come Cgil – prosegue e conclude la sindacalista padovana – e come appartenenti alla società civile sentiamo che abbiamo il dovere di volgere uno sguardo attento a questo tipo di problematiche perché riteniamo sia poco saggio far finta che non ci riguardino. Non possiamo cadere nella facile tentazione di chiuderci a riccio ed occuparci solo dei problemi di casa nostra, anche perché quello che accade tutti i giorni lungo la Rotta Balcanica (come in altre tragedie simili) appartiene ad un'unica realtà che lega tutti. La verità è che quelle migliaia di disperati ci chiamano in causa, ci inchiodano alle nostre responsabilità come europei e italiani, cioè cittadini di un paese che vende quelle armi che tanto hanno contribuito alla loro tragedia. Questo stato di cose non è accettabile e non possiamo girare lo sguardo altrove. Stare dalla loro parte significa stare dalla parte di una società più giusta dove solidarietà, rispetto dei diritti umani, rifiuto della guerra, contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali sono valori fondanti e non parole vuote prive di un significato concreto”.

In Allegato il Comunicato Unitario di tutte le associazioni che hanno aderito e partecipato all'iniziativa "Tutte le vite valgono"

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