Assopace, Cgil, ACS, ANPI, Beati i Costruttori di Pace, MIR, Rete degli Studenti, UDU, Lottodognimese di nuovo in Piazza per la riduzione delle spese militari
Per dire NO all'aumento delle spese militari e NO ad ogni ipotesi di ulteriore finanziamento con il PNRR, domani, sabato 15 maggio, dalle 16.00 alle 17.00, fila umana da Palazzo Moroni a Piazza Garibaldi
Raccogliendo l'appello 2021 per le Giornate Globali di azione sulle spese militari lanciato dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, ASSOPACE, CGIL, ACS, ANPI, BEATI I COSTRUTTORI DI PACE, MIR, RETE DEGLI STUDENTI, UDU, LOTTODOGNIMESE hanno deciso di organizzare per sabato 15 maggio, dalle 16.00 alle 17.00, una FILA UMANA (nel pieno rispetto di tutte le misure sanitarie) lungo il Liston da Palazzo Moroni a Piazza Garibaldi, per dire NO all'aumento delle spese militari ed affermare che persone e pianeta non si difendono con gli armamenti
Tutte insieme dicono: “Le risorse militari, sempre maggiormente a disposizione dei governi in nome della sicurezza nazionale, si sono dimostrate del tutto inutili nel difenderci dalla pandemia COVID-19. Inoltre, è evidente che non possono neanche tenerci al sicuro da altre emergenze globali come il cambiamento climatico. Come testimoniano le vittime delle guerre in Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen e molti altri Paesi, il militarismo non risolve i conflitti, li aggrava soltanto. Anzi, il potere militare contribuisce a creare e sostenere le stesse emergenze, tensioni e ingiustizie da cui le popolazioni dovrebbero essere protette”.
“Per questi motivi – proseguono – chiediamo che i governi di tutto il mondo riducano drasticamente le loro spese militari e trasferiscano le risorse liberate verso i settori della sicurezza comune, in particolare per affrontare la pandemia da coronavirus e il collasso economico e sociale che ne è seguito. Le necessità umane e ambientali devono essere messe al centro delle politiche e dei bilanci. Dobbiamo smettere di investire negli eserciti se vogliamo difendere le persone e il pianeta”.
“Saremo in piazza – concludono – per esprimere il dissenso per la crescita delle spese militari che, rispetto al 2020, sono significativamente aumentate ed ammontano all’8,1% mentre è addirittura del 15,7% l'aumento rilevato rispetto al 2019. È ora di dire basta a questa spirale, bisogna invertire la rotta!”
Si allega volantino dell'iniziativa