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Licenziamenti: nel padovano a rischio 6 mila lavoratori

Lo sblocco, per le imprese strutturate, a partire dal 1° luglio. Aldo Marturano: “Famiglie preoccupate, sistema degli ammortizzatori impreparato a reggere questa ondata di licenziamenti”

È uscito oggi un articolo su il Mattino di Padova sul tema dello sblocco dei licenziamenti che a partire dal primo di luglio 2021, come prevede il Dl Sostegni Bis attualmente in vigore, entrerà in vigore. Quel che si preannuncia è semplicemente un disastro: almeno 6000, secondo le stime più prudenti, i lavoratori che perderanno la loro occupazione. Un esercito di persone – ognuna con una famiglia – che si vanno ad aggiungere agli altri, almeno, 15/16 mila precari a cui già la pandemia aveva provveduto a far perdere il posto di lavoro.  

Dice Aldo Marturano, Segretario Generale della Cgil di Padova: “Quello che ci preoccupa di più e che ci spinge a prepararci a ogni forma di mobilitazione è il fatto che le migliaia di posti di lavoro a tempo indeterminato potenzialmente cancellati dalla mancata proroga sono spesso quelli delle madri e dei padri, dei mariti e delle mogli, dei compagni e delle compagne di quei precari che il posto già lo hanno perso nei mesi scorsi, in barba ad un sistema che non tutela tutti i lavoratori allo stesso modo”.

“Si tratta di un sistema – prosegue il Segretario della Cgil padovana – che proprio durante la pandemia abbiamo sperimentato non è in grado di fornire ammortizzatori sociali adeguati a copertura delle decine di figure contrattuali che insistono in Italia su di un medesimo posto di lavoro. Neppure ora il sistema è pronto a regge all'ondata di licenziamenti che potrebbe arrivare dopo il 30 giugno, come non lo è la riforma degli ammortizzatori sociali promessa dal Governo solo per ottobre 2021”.

“Si aggiunga – conclude Aldo Marturano – che neppure il sistema economico è in grado di riassorbire il colpo. Interi settori come la moda e il calzaturiero versano in una crisi profonda. Sono poi migliaia le imprese, in tutti i comparti, che dovranno affrontare una riconversione complessa che non prelude, con ogni probabilità, a crescite occupazionali nel breve periodo”.

In allegato l'articolo de il Mattino di Padova

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