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Il nuovo studio del Caaf Cgil di Padova: eseguita una simulazione sugli effetti della nuova manovra fiscale, alla luce dei nuovi importi e delle nuove formule per il calcolo delle detrazioni

Aldo Marturano, Cgil Padova: “Confermate tutte le ragioni che ci hanno portato allo Sciopero Generale del 16 dicembre. Una manovra che dà poche briciole alle fasce povere, penalizza il ceto medio (che insieme costituiscono l’85% delle lavoratrici e lavoratori dipendenti) e avvantaggia i redditi medio-alti”

I numeri non lasciano spazio a interpretazioni: da loro dipende il nostro giudizio negativo sulla manovra varata dal Governo, cui continueremo a chiedere una riforma complessiva del prelievo fiscale sulle basi della progressività e dell'equità”

 

Nuovo studio del Caaf Cgil Padova che ha eseguito una simulazione per vedere quali saranno, già nelle prossime buste paga, le differenze tra il 2022 e l'anno appena passato.

“Una simulazione – dice Lisa Contegiacomo, AD del Caaf Cgil Padova – elaborata alla luce della riduzione di uno scaglione reddituale, ricordiamo che le aliquote da 5 sono passate a 4, della loro ridefinizione e soprattutto, e questa è la vera novità, prevedendo quanto incideranno i nuovi importi e le nuove formule per quanto riguarda l'applicazione delle detrazioni (che hanno assorbito il bonus dei 100 €) e comprendono i 65€ per i redditi che vanno dai 25.000€ ai 35.000€, cioè le cosiddette “pecette”, vale a dire il correttivo introdotto per evitare troppe penalizzazioni a chi si trova in questa fascia di reddito”.

“Ebbene – prosegue l’AD del Caaf Cgil – quel che emerge, rispetto alle precedenti simulazioni calcolate solo sui nuovi scaglioni e sulle nuove aliquote, è che la manovra di fatto penalizza il ceto medio, vale a dire dai 30 ai 35 mila euro. Per capirsi: 30 mila euro lordi all’anno, significano circa 1700 euro netti al mese. Se nelle precedenti simulazioni, il vantaggio IRPEF per loro si attestava tra i 320€ e i 470€, oggi lo calcoliamo tra gli 84€ e i 153€. Nel loro caso, è evidente, le detrazioni hanno infatti agito negativamente su quello che poteva essere il beneficio della tassazione. Accanto a questo, emerge, sempre rispetto alle precedenti analisi, che le modifiche introdotte dalla normativa hanno aiutato leggermente i redditi bassi (soprattutto quelli fino a 15.000€, che mantengono il bonus Renzi e che oltre questa soglia viene assorbito con un aumento degli importi delle detrazioni ottenuti su precisa richiesta della Cgil) ma il vero vantaggio lo si ha, confermando quanto già verificato, nei redditi medio-alti, cioè dai 39.000€ a salire”.

“Infine – conclude Lisa Contegiacomo – ricordo che l'applicazione della nuova riforma partirà da marzo, così da dare modo ai datori di lavoro ed ai centri di elaborazione paghe di studiare e aggiornare i propri software. Il conguaglio, poi, avverrà con la mensilità di dicembre 2022”.

“Una manovra sostanzialmente regressiva che penalizza il vero ceto medio, regala poche briciole alle fasce deboli ed elargisce vantaggi a chi non ne ha bisogno. È questa la realtà dei fatti rivelata dai numeri, come conseguenza delle scelte del Governo che, a questo punto, farebbe bene a spiegare”. È secco il commento del Segretario Generale della Cgil di Padova, Aldo Marturano, che aggiunge: “Soprattutto dovrebbe spiegare perché ha scelto di penalizzare così tanto le lavoratrici e i lavoratori dipendenti, considerato che ben l’85% di loro si colloca nelle fasce che dichiarano dagli 8000€ ai 35000€ mentre è dell’8% la percentuale di chi dichiara tra i 35000€ e 40000€ e solo del 7% chi è sopra i 40000€, dove si concentrano i vantaggi”.

“Qui – prosegue Marturano – non siamo più nell’ambito delle mere ipotesi e delle congetture: è chiara la natura regressiva di questa manovra evidenziata dallo squilibrio dei vantaggi che riceveranno i redditi sopra i 40000€ lordi rispetto alla stragrande maggioranza dei lavoratori che ha redditi inferiori ai 30000€ lordi all’anno. È vero, rispetto ai calcoli precedenti i redditi particolarmente bassi avranno qualche compensazione, grazie anche alla nostra vertenza, ma decisamente inferiore a quella che riceverà quel 7% che si colloca sopra i 40000€”.

“Per questo motivo – conclude il Segretario della Camera del Lavoro di Padova – la Cgil proseguirà la sua battaglia per un sistema fiscale che operi secondo canoni di progressività ed equità. Una battaglia che il 16 dicembre scorso, insieme alla Uil, ci ha portato a manifestare e ad indire lo Sciopero Generale. Una scelta che è stata aspramente criticata e ritenuta incomprensibile da vasti settori del Governo, delle forze politiche in generale e, naturalmente, da Confindustria ma che invece noi confermiamo e rivendichiamo. Anzi: pensiamo che davanti a questi numeri, non possano più continuare a dire che non capiscono i motivi della protesta. E siamo certi che la stragrande maggioranza delle lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati, appena riceveranno lo stipendio o il cedolino della pensione, facendosi semplicemente i conti in tasca, capirà quanto avevamo ragione”.

Il Grafico con la simulazione calcolato dal Caaf Cgil Padova in allegato

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