L'idea dentro la statua
Si è fatto un gran baccano attorno alla proposta di installare una statua, dedicata ad una donna, su uno degli stalli vuoti in Prato della Valle.
La notizia è rimbalzata grazie ai social e ha avuto eco persino in diverse testate giornalistiche all’estero.
Da noi il dibattito ha polarizzato le opinioni tra chi sostiene non solo l'opportunità ma proprio la necessità di inserire una donna tra le tantissime statue del Prato e chi non lo ritiene opportuno, definendo la questione banale e chiedendo quale sarebbe la necessità? E, naturalmente, appellandosi al benaltrismo, si risponde che i problemi sono ben altri, c'è gente che ha buon tempo eccetera eccetera.
Le statue sono simboli, esempi, allegorie. Raccontano una storia e la storia è fatta dagli uomini.
A cosa serve una statua di donna in una piazza? A che serve una targa, una via intitolata ad una donna? A riconoscere la sua esistenza e il suo contributo alla società.
Scrive Patrizia Zantedeschi, già Presidente del Centro Veneto Progetti Donna, e noi condividiamo parola per parola: “La questione è che le città sono degli uomini, sono pensate, costruite, gestite dagli uomini, le strade portano i loro nomi, e i parchi accolgono le loro statue. Le donne le attraversano soltanto, di corsa, se è notte col cellulare in mano, se è giorno, con i passeggini che non riescono a far salire sugli autobus, e con i bambini a fare gli slalom fra i tubi di scappamento. Le attraversano e non lasciano tracce del loro passare. L'assenza delle donne dai piedistalli del Prato è il simbolo della loro assenza nella vita pubblica”.
Continuiamo a ripetere come un mantra che il problema della segregazione di genere (le donne non sono nella stanza dei bottoni), della discriminazione di genere (le donne non fanno carriera, sono relegate alle professioni peggio retribuite, hanno contratti più precari) e della violenza di genere hanno radici profonde: va cambiata la cultura.
La cultura non si cambia installando una statua in Prato della Valle, si cambia aprendo un dibattito sul perché è tempo ed è necessario che ci sia una statua di donna in Prato della Valle.
Perché le cittadine e i cittadini di Padova possano discutere e appropriarsi della cultura dell'inclusività che passa anche dal riconoscimento del problema, o meglio, di uno dei problemi: l’invisibilità, una condanna alla damnatio memoriae che tutte le donne hanno subito nella Storia.
Come Coordinamento donne della CGIL di Padova e come Coordinamento donne dello Spi CGIL di Padova esprimiamo la nostra convinta approvazione al progetto della statua di Elena Cornaro in Prato della Valle e partecipiamo con entusiasmo al dibattito pubblico sull’inclusività di genere nel nostro Comune.
Coordinamento Donne Cgil di Padova
Coordinamento Donne Spi Cgil di Padova