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I sindacati promuovono una petizione alla Regione per salvare la Sanità Pubblica

Notevole spazio su stampa e Tv locali alla raccolta di firme, presso la cittadinanza promossa da Fp Cgil, Uil Fpl, Nursing Up, NurSind e USB a difesa della Sanità Pubblica e che verrà inviata alla Regione Veneto. La richiesta? “Basta con il blocco delle assunzioni e le esternalizzazioni che aggravano la frammentazione sanitaria”.

“Un processo di svalorizzazione – hanno spiegato ieri, durante la conferenza stampa sotto la sede della Cgil di Padova in Via Longhin, Raffaela Megna della Fp Cgil Padova, Michele Magrin della Uil Fpl e Luca Grande di NurSind – che sta proseguendo con le ultime esternalizzazioni, in ordine di tempo, riguardanti gli ospedali di Conselve e Schiavonia, realizzate per garantire le ferie ai dipendenti, nel primo caso, e per consentire il servizio ambulanze, nel secondo. E a rischio è anche la radiologia dell’ospedale di Cittadella".

In generale, però, i settori maggiormente in difficoltà sono i Pronto Soccorso, gli amministrativi (non sostituiti da ben 10 anni), le sale operatorie, i trasporti e il Suem 118. Senza considerare l’ormai cronica mancanza di Operatori Socio Sanitari (Oss), la cui carenza si sta fortemente ripercuotendo nel servizio. “Affidare ad altri servizi sanitari, all'inizio può funzionare ma è strategicamente un errore – spiegano i sindacalisti – perché crea smarrimento nel paziente (basti pensare ai numerosi call center che sono coinvolti), un servizio disomogeneo e, a lungo andare, svilisce la qualità del servizio pubblico. Noi non ce l'abbiamo con il privato, anzi, ma qui cambia il piano d'interesse: il pubblico si preoccupa esclusivamente della salute delle persone, infatti la sua preoccupazione economica è "solo" il pareggio del bilancio; il privato invece, per sua stessa natura, deve fare profitto».

Si tratta di una discriminante che la pandemia ci ha messo sotto gli occhi, visto che il costo per affrontare questa emergenza è ricaduto interamente sulla sanità pubblica e i privati ne sono stati ben lontani. “Ugualmente – hanno insistito i tre sindacalisti – non ci sono privati che si occupano di oncologia, ma tanti vogliono fare radiologia: qui c'è il guadagno. Tuttavia se il pubblico comincia a perdere qualche pezzetto del sistema, sarà l'intera struttura a risentirne: dobbiamo mantenere la radiologia anche per garantire l'oncologia”

“Una situazione – hanno aggiunto – che sta facendo letteralmente scappare i professionisti: i medici ci chiedono soprattutto di lavorare in condizioni ottimali e gli infermieri vanno via perché nel privato guadagnano almeno 200 euro in più al mese: un infermiere pubblico porta a casa 1.600 euro, nel privato almeno 1.800”.

”Con questa petizione - hanno concluso ad una voce i sindacalisti – chiediamo a Zaia di fermare gli appalti e lo spezzettamento del servizio pubblico. Servono investimenti che rafforzino il sistema rispondendo alle annose lacune sottolineate dai due anni di pandemia. Servono dunque più persone (almeno 300 sui 6.100 dell'organico attuale), più risorse e più spazi. Perché continuare a spezzettare spedendo addirittura di più? Non si può far conto solo sulla resilienza del personale: oggi in Usl 6 si chiede alle persone di rientrare dal giorno di riposo e la pressione è molto pesante, incompatibile con una vita normale. E I segnali che arrivano non inducono certo all’ottimismo. Per esempio, quest'anno si registra un passaggio nuovo e preoccupante: fino all'anno scorso per garantire le ferie estive venivano fatte delle assunzioni a tempo determinato perché rientravano in fasi d'urgenza. Oggi si opta per l'esternalizzazione. L'Usl 6 soffre più di altri e stiamo assistendo a situazioni mai accadute prima”.

Il servizio di Francesco Rataj di TeleNordEst girato alla conferenza stampa di ieri

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