Luca Rainato, Filctem Cgil Padova: “Stato di agitazione alla Isoclima Spa di Este: il mancato rispetto degli accordi riguardanti il versamento del premio di produzione e dello stipendio, previsto lo scorso 8 luglio, rischia di minare seriamente le relazioni sindacali con l’azienda. Pretendiamo un chiarimento immediato”
“Anche la discussione sui livelli di inquadramento dei dipendenti, arrivata ad un punto morto, va ripresa perché se non verrà risolta ci saranno ulteriori divisioni e malumori. La professionalità va riconosciuta: non possono chiedere ai dipendenti di saper fare tutto, salvo poi considerarli un niente quando si tratta di pagarli!”
“Arrabbiati è poco. Sono letteralmente furenti e i primi a pagarne le conseguenze sono state le nostre RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) che sono state letteralmente tempestate di telefonate e messaggi colme di improperi e insulti da parte della stragrande maggioranza dei lavoratori che l’8 luglio, contrariamente ai patti, non si sono visti recapitare lo stipendio, il premio di produzione concordato e i buoni pasto e carburante. Inoltre, accanto a questo, c’è tutta la discussione sugli inquadramenti dei lavoratori ormai arrivata ad un punto morto e che non ci soddisfa per niente. Insomma, la misura è colma: all’Isoclima spa di Este devono imparare a rispettare la parola data e per questo motivo da ieri è partito lo stato di agitazione con blocco dello straordinario ad oltranza fino a quando l’azienda non convocherà le organizzazioni sindacali per un chiarimento su quanto avvenuto e per delle aperture concrete che sblocchi la situazione sugli inquadramenti”.
È arrabbiato pure il Segretario Generale della Filctem Cgil Padova, Luca Rainato, dopo quanto successo alla Isoclima spa di Este, azienda specializzata nella produzione di vetri blindati per tutti i settori, quest’ultimo fine settimana. Ma facciamo un passo indietro: che cosa è successo?
“Lo scorso 16 giugno – racconta Rainato – ci è stato comunicato che per esigenze aziendali legate all’ottimizzazione dei cedolini, il premio 100 ore (un premio di produzione concordato con un accordo di secondo livello) anziché venir pagato il 1° luglio, come era consuetudine, veniva erogato in un unico cedolino il 10 luglio insieme alla mensilità di giugno. Questi sono tempi difficili, i lavoratori hanno le proprie scadenze familiari, ci contavano su quel denaro e visto anche lo scarso preavviso con cui hanno ricevuto la comunicazione, hanno proposto che venisse almeno fatto un anticipo (insieme a buoni pasto e carburante) per venerdì 8 luglio. L’azienda, contrariamente a quel che si aspettavano, invece l’8 luglio non ha versato, alla stragrande maggioranza dei lavoratori, e sono centinaia, né lo stipendio, né il premio 100 ore, né i buoni pasto. E a quel punto i lavoratori sono letteralmente esplosi”.
“I più arrabbiati di tutti – prosegue il Segretario Generale della Filctem Cgil Padova – sono proprio i Rappresentanti Sindacali Unitari che sono nell’ingrata posizione di chi si trova tra l’incudine e il martello, ossia tra i dirigenti della Isoclima e i lavoratori per conto dei quali avevano trattato. Inutile dire che essendo lavoratori anche loro, la mancanza del rispetto degli accordi li ha colpiti in pieno come tutti ma per il ruolo che rivestono sono stati naturalmente investiti dalla rabbia, comprensibile, del resto dei dipendenti. Si sono sentiti presi in giro e hanno ragione e quanto successo ha inevitabilmente intaccato la fiducia dei lavoratori non solo verso la dirigenza, ma anche nei confronti delle stesse relazioni sindacali dal momento che vengono fortemente messe in crisi dalla mancanza di lealtà da parte dell’azienda”.
“Accanto a questo – conclude Rainato – dal mese di giugno, come sindacato, abbiamo intrapreso una discussione con la direzione del personale sulla verifica dei livelli di inquadramento dei lavoratori, sostanzialmente fermi da anni e per niente adeguati alle nuove figure professionali dell’Industria 4.0, caratterizzate da un’alta polivalenza e polifunzionalità che li rende adattabili e interscambiabili nei vari reparti della produzione. Oggi viene richiesta una particolare professionalità che però poi, a livello economico, non viene riconosciuta perché, purtroppo, in questo senso la trattativa è giunta ad un punto morto. Ed è ingiusto perché sostanzialmente per farti lavorare ti chiedono di saper fare tutto, salvo poi, quando si tratta di pagare, considerarti un niente”.