Il commento più azzeccato, perché descrive esattamente la situazione che appare agli occhi, è quello di una residente dei condomini Ater interessati, da più di 8 mesi, dai lavori di riqualificazione in via Pizzamano, a Voltaborozzo: “Sembra un cantiere di barbari”. Ed è proprio così.
La scena che appare lascia senza parole. Calcinacci, transenne, tubi, secchi di vernice e tutto quello che si può immaginare dentro ad un cantiere edile è ai bordi della strada e nelle aree destinate ai residenti nei condomini, in totale disprezzo a qualsiasi regola di convivenza civile. Alcuni terrazzi sono sostanzialmente usati come magazzini per infissi e materiali, senza considerare i cavi volanti per la corrente elettrica che passano sopra le teste dei passanti e che si attaccano alla rete condominiale, invece che – come dovrebbe avvenire in questi casi – ad un contatore per uso cantiere. Ma la cosa più grave è che sostanzialmente il cantiere non è delimitato e l’area di lavoro coincide con la stessa strada dove passano e sono parcheggiate le auto con evidenti rischi per tutti: sia per chi lavora, sia per chi passa per la via. C’è davvero da chiedersi come sia stato possibile non interrompere il traffico veicolare in questa strada e provvedere ad una circolazione alternativa. Insomma: più che un cantiere, è un incubo. Soprattutto poi, se in quelle palazzine uno ci vive.
Un cantiere da tempo monitorato dalla Fillea Cgil Padova e che sabato 16 dicembre ha visto intervenire direttamente sul posto la Segretaria Provinciale Barbara Schiavo, accompagnata da Elvira Scigliano, giornalista de "il mattino di Padova" che sull'episodio ha dedicato l'articolo che alleghiamo.
“Una situazione fuori ogni regola – ha detto la sindacalista – che ci preoccupa molto anche per quel che riguarda la sicurezza degli stessi lavoratori, tutti in appalto e tutti di nazionalità straniera, molti dei quali non sanno una parola di italiano, motivo per cui nutriamo molti dubbi che abbiano frequentato i necessari corsi di formazione sulla sicurezza. E purtroppo, non è l’unico cantiere Ater che monitoriamo di cui siamo preoccupati. Anche in Arcella, ce n’è un altro dove i lavoratori sono tutti egiziani e con cui riusciamo a comunicare solo grazie all’app di google per le traduzioni".
Quel che è certo è che in via Pizzamano pare di vivere in un altro Paese, in uno dove le regole su come devono essere fatti i cantieri edili non sono mai state scritte. Ma siccome in Italia quelle regole ci sono, la Fillea Cgil ha deciso di informare tutte le autorità preposte a vigilare e di denunciare pubblicamente perché non si possa invocare la fatalità o il destino, nel caso dovesse malauguratamente succedere un incidente. Ciò che è chiaro e lampante è che in via Pizzamano non vi è stato il minimo rispetto di qualsiasi misura di sicurezza degna di tale nome. E vale sia per i lavoratori che per i residenti: i cantieri devono coesistere con le persone che abitano nelle case, ma in questa situazione la qualità della vita dei residenti non è resa affatto dignitosa.
Il video (per gentile concessione di Elvira Scigliano) con le immagini del cantiere di via Pizzamano e l'intervento della Segretaria Provinciale della Fillea Cgil Padova, Barbara Schiavo