Filt Cgil Padova: “Anche se la sentenza è definita “non definitiva” solo perché la causa prosegue per una diversa determinazione del credito dei lavoratori interessati, va considerata – quanto all’illiceità dell’appalto (e l’intermediazione di manodopera) – a tutti gli effetti “definitiva”
“Dopo il Giudice del Lavoro di Padova, anche la Corte d’Appello di Venezia, ha riconosciuto che Aspiag Service srl, attraverso il software aziendale, gestisse sia singolarmente che nel complesso i lavoratori, motivo per cui l’appalto alla Coop Popular era illecito e consisteva, nei fatti, in un’intermediazione di manodopera”
“Già la prima sentenza del Giudice del Lavoro di Padova aveva aperto un varco che ha determinato l’iscrizione di altre cause, con esito altrettanto positivo, di lavoratori in appalto ad Aspiag che si trovavano nella medesima situazione. Confidiamo si ripeta la stessa cosa anche dopo questa Sentenza d’Appello”.
Era proprio un appalto illecito e, nei fatti, i soci-lavoratori (sulla carta) dell’allora Coop Popular erano alle dipendenze di Aspiag Service srl e quindi come tali dovevano venir contrattualmente inquadrati – con un CCNL Commercio e non Logistica Trasporto Merci e Spedizioni – motivo per cui quella che subivano era un’ingiusta intermediazione di manodopera. A scriverlo, nero su bianco, la Corte d’Appello di Venezia – Sezione Lavoro (composta dai magistrati Dr Gianluca Alessio, Presidente, e dai Consiglieri Drssa Roberta Poire’ e Dr Lorenzo Puccetti) nella “sentenza non definitiva” (comunicata il 30 maggio scorso) della causa che Aspiag Service srl aveva promosso per impugnare in appello la sentenza emessa il 16 luglio del 2019 dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Padova a favore di 4 lavoratori – poi seguiti da tanti altri – che avevano intentato la causa, appoggiati dalla Filt Cgil di Padova, denunciando la situazione in cui si trovavano da anni, ossia quella di lavorare nei fatti per Aspiag Service ma risultando, nella carta, soci di una cooperativa.
“Una grande vittoria – esordisce il Segretario Generale della Filt Cgil Padova, Massimo Cognolatto – di cui, innanzitutto, vogliamo ringraziare lo Studio Legale Moro, e in particolare l’Avv. Giancarlo Moro e l’Avv. Alice Vettore. Hanno fatto uno splendido lavoro. Qualora Aspiag, testardamente, volesse ricorrere in Cassazione, chiederemo sempre allo Studio Moro di impugnare a nostra volta la pronuncia sul livello contrattuale riconosciuto dalla Corte, l’unico punto della sentenza di primo grado non accolto”.
“Il fatto – prosegue Cognolatto – che tecnicamente la sentenza sia definita “non definitiva” dipende solo da un diverso giudizio su questo singolo punto, riguardante il credito maturato dai lavoratori coinvolti cui la Corte ha disposto un diverso inquadramento. Per il resto, ed era quello che ci premeva, è risultato pacifico che quello che avveniva nei magazzini di Mestrino era un’intermediazione illecita di manodopera perché anche in Corte d’Appello è risultato chiaro che l’organizzazione aziendale che coordinava l’attività di quei 4 lavoratori era quella di Aspiag Service e non della cooperativa. E questo avveniva attraverso le nuove tecnologie, dapprima con dei computer palmari, poi con un sistema vocale denominato “voice”: un software che applicando i principi dell’AI (Intelligenza Artificiale) è in grado di riconoscere la voce del lavoratore, quindi impartirgli ordini e sostanzialmente organizzargli e controllargli l’attività. E che dietro all’organizzazione del lavoro ci fossero gli algoritmi sviluppati da un’app e non delle persone in carne ed ossa non sposta di un millimetro le cose. Considerato che saranno sempre maggiori gli ambiti in cui verrà applicata l’AI negli anni a venire, si tratta di un principio fondamentale sostenuto prima dal Giudice del Lavoro di Padova e ora ribadito anche dalla Corte d’Appello di Venezia”.
“Un principio – conclude il Segretario Generale della Filt Cgil – che Aspiag Service ha provato in tutti i modi a “rovesciare” ben conscia dei potenziali effetti a cascata ad esso legati. Voglio ricordare che sul solco della sentenza del Giudice del Lavoro di Padova, sono stati diversi i ricorsi presentati, con esito altrettanto positivo, sia dalla Filt Cgil Padova che da altre organizzazioni sindacali. E altri ne arriveranno, motivo per cui confidiamo che ora si ripeti la stessa cosa dopo questa vittoria in Corte d’Appello. Un ottimo risultato dunque, su una controversia difficile promossa con lungimiranza e per prima da noi della Filt Cgil di Padova perché questa sentenza apre una vera e propria autostrada per l’illegittimità dei rapporti di lavoro negli appalti della Grande Distribuzione Organizzata e l’auspicio è che sarà utile per chiudere definitivamente tutti quei finti appalti che negli ultimi anni sono nati come funghi, al solo fine di un mero risparmio economico. La Filt Cgil di Padova sicuramente non si fermerà qua ma proverà ad aprire altre cause anche in altri settori similari”.